Vinodabere 2024: «Ecco i migliori calici della Sardegna»
On line la guida di Maurizio Valeriani, punto di riferimento per operatori e appassionati
La “riscoperta” del cannonau come vino delicato, le conferme legate alla grande ascesa del vermentino e tante scoperte, piccole e grandi, che arricchiscono un panorama ricchissimo di varietà e qualità. «Uno dei più ricchi d’Italia, perché la Sardegna è a mio avviso tra le prime cinque regioni d’Italia a livello di qualità». Parola di Maurizio Valeriani, giornalista enogastronomico che negli anni ha collaborato con Slow Wine ed è stato vice-curatore de I Vini de L’Espresso. Insieme ad Antonio Paolini, Valeriani ha appena pubblicato la sesta edizione della “Guida ai Migliori Vini della Sardegna 2024 di Vinodabere”. Un’opera che rappresenta un punto di riferimento di altissimo livello per operatori, appassionati, esperti e neofiti. Un prodotto che nasce dalla passione di questi due esperti e che si avvale di collaborazioni importanti a livello nazionale. «Gli assaggi sono iniziati gennaio scorso – dice Valeriani –, con il primo evento organizzato a Roma da Vinodabere dedicato ai vini sardi, e con la partecipazione attenta di molti esperti che hanno potuto apprezzare “dal vivo” le differenze tra territori, vitigni e comunità all’interno dell’Isola, e quanto elevata sia divenuta la qualità media della produzione regionale. Abbiamo creato un panel davvero molto esteso, composto in gran parte da persone che si occupano dell’enogastronomia della Sardegna da molti anni». Da lì in poi il puzzle è andato a comporsi, sino alla pubblicazione sul portale Vinodabere.it di questa guida tutta dedicata alla nostra isola. «La precedente edizione è stata letta da circa mezzo milionre di persone – racconta l’enologo –. Scrivo della Sardegna da quasi vent’anni e questa guida viene dunque davvero da lontano. Nel concepirla abbiamo ribaltato la logica delle normali guide, mettendo al centro i vini e le rispettive categorie prima ancora delle aziende che li producono. Comanda il vino e tutte le informazioni che abbiamo inserito sono pensate per facilitare in qualche modo il lavoro del ristoratore o la curiosità del consumatore. Abbiamo cercato di essere sempre più “dentro” i territori, abbiamo fatto approfondimenti per raccontare e far conoscere sempre più realtà vinicole, accendendo riflettori anzitutto su quelle sin qui meno in vista». Un’altra particolarità di questa guida riguarda i punteggi attribuiti: «Abbiamo deciso di utilizzare la scala di punteggi internazionale, inserendo nella guida i vini che hanno raggiunto almeno il punteggio di 90. Abbiamo attribuito 1 applauso a quelle etichette che si attestano tra i 90 ed i 94,9 centesimi (vini decisamente buoni), 2 applausi tra i 95 ed i 97,9 (vini ottimi), e la standing ovation tra 98 e 100 (vini eccellenti)». Tra le altre caratteristiche di questo prezioso compendio enologico ci sono l’assaggio alla cieca e la ripartizione per territori di alcuni vitigni. «Abbiamo ricevuto circa 700 campioni e tra questi 329 sono riusciti a ottenere un punteggio sufficiente per entrare nella guida. Utilizziamo poi uno strumento che a nostro parere è imprescindibile, ovvero la degustazione alla cieca. Dal quale tra l’altro nasce la possibilità di fare emergere cantine nuove o poco conosciute. Perché la qualità, mi piace ripeterlo, è davvero ovunque. Al giorno d’oggi – conclude Maurizio Valeriani – bere male in Sardegna è davvero difficile».