Rally mondiale dalla Sardegna a Roma, la rabbia del sindaco Nizzi: «Vergogna, mi sarei aspettato serietà»
Il primo cittadino di Olbia contro la decisione di spostare la manifestazione sportiva nella Capitale. In primavera la beffa della visita del ministro Abodi
Olbia «Vergogna...». È la prima parola che viene in mente al sindaco Settimo Nizzi. Lo scippo romano del rally mondiale, da anni gioiello dei grandi eventi a Olbia, ad Alghero e in Sardegna, è un boccone troppo amaro, difficile da inghiottire senza una reazione. Del resto, proprio il sindaco di Olbia è noto per non mandarle a dire, così nel volgere di pochi minuti di conversazione il suo stato d’animo passa dall’amarezza alla rabbia e poi alla lucida rappresaglia politica. «Auguri a chi ha pianificato tutto questo e a chi ospiterà la manifestazione – sibila –. Ripagheremo con la stessa moneta e, per quanto mi riguarda, lo sport motoristico in Sardegna finisce qui, adesso».
Un fulmine a ciel sereno? Neanche per sogno. Già qualche mese fa, quando si intravedeva il rischio che Roma nell’ombra sfilasse il Rally mondiale alla Sardegna, Settimo Nizzi aveva protestato duramente e si era speso con la sua parte politica (Forza Italia e il centrodestra) per scongiurare la beffa. A Olbia, durante la settimana del Rally, aveva persino incontrato il ministro dello Sport, Andrea Abodi, chiedendo rassicurazioni. Quel giorno il ministro si era presentato nel paddock all’Isola Bianca probabilmente già sapendo che sarebbe stata l’ultima volta. Ma si era ben guardato dal dirlo. «In tutte le sedi le risposte sono state vaghe, evasive – dice il sindaco, che indica chiaramente le responsabilità della politica –. Risposte tipo “valuteremo” oppure “nulla è ancora deciso”. Invece, i giochi erano già fatti, eccome. Mi sarei aspettato risposte diverse e soprattutto ben altra serietà, invece non è stato così». «Si è deciso di accentrare a Roma tutte le grandi manifestazioni sportive – aggiunge Nizzi – facendo questo grazie a tutti i contribuenti italiani. Non è stata una competizione leale e onorevole. Allora, non mi resta che dire in bocca al lupo a chi ha deciso tutto questo, ma provo grande delusione e amarezza per lo sgarbo subito dai sardi. Ci sarà l’occasione di riparlarne e per quanto è nelle mie possibilità è la fine dello sport motoristico in Sardegna».
Una rinuncia evidentemente dolorosa, visti i trascorsi luminosi delle corse automobilistiche in Sardegna. Soprattutto i rally, a cominciare da quelli storici sugli sterrati della Costa Smeralda, che hanno contribuito all’immagine turistica dell’isola. «I grandi eventi sportivi hanno dato tanto alla Sardegna e viceversa – riconosce il sindaco di Olbia – eventi che hanno trovato nell’isola la loro sede naturale e davanti ai quali ci siamo sempre presentati con tutte le carte in regola. Evidentemente la politica ha fatto altri conti e adesso non si dica che a noi verranno lasciate “cosette”, briciole magari a titolo di indennizzo per aver portato via la manifestazione dall’isola. Sarebbe un’altra beffa».
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