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Eventi e sicurezza

Il sindaco non ci sta: «L’Ardia e la tradizione non possono essere stravolte»

di Maria Antonietta Cossu e Enrico Carta
Il sindaco non ci sta: «L’Ardia e la tradizione non possono essere stravolte»

Il comunicato di Salvatore Pes dopo la riunione in prefettura e le nuove norme che mettono a rischio la corsa di San Costantino e tante altre manifestazioni in tutta la Sardegna

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Sedilo È un no secco. Il sindaco non usa mezze frasi e va dritto al cuore del problema. Il giorno dopo l’incontro in prefettura, assolutamente preliminare per discutere di quel che sarà dell’Ardia di San Costantino e dopo diversi giorni di silenzio pubblico e di riflessione, Salvatore Pes rompe gli indugi. A tarda sera, il primo cittadino dirama un comunicato, voce ufficiale dell’amministrazione comunale. Dopo un preambolo in cui riassume in cosa consista la manifestazione, si schiera apertamente contro l’eventualità di quello che ritiene un inaccettabile stravolgimento di una tradizione secolare.

Il bersaglio non è tanto l’autorità prefettizia locale o le forze di pubblica sicurezza, bensì l’interpretazione rischia di essere fatta in merito agli obblighi imposti dal decreto del ministro dello Sport, Andrea Abodi, che norma lo svolgimento di corse equestri esterne agli impianti autorizzati: «L’Ardia di San Costantino Imperatore che si svolge a Sedilo il 6 e 7 luglio di ogni anno è una manifestazione religiosa che appartiene non solo alla comunità sedilese ma a tutta la Sardegna. Come ribadito più volte nella riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica convocata dal prefetto di Oristano il 12 maggio, parroco, cavalieri, sindaco, Associazione Santu Antinu e tutta la comunità confermano la piena collaborazione con le istituzioni preposte per la riuscita della manifestazione».

Le convergenze però terminano nel momento in cui il prefetto Salvatore Angieri fa riferimento all’articolo 68 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza. L’altro Salvatore ovvero Pes, colui che indossa la fascia tricolore e che, dato il suo ruolo, rappresenta l’intera comunità, prosegue: «Spiace però sottolineare che collaborare non significa supinamente sottomettersi a posizioni o a interpretazioni unidirezionali che stravolgono in toto l’evento; in quanto manifestazione religiosa l’Ardia di San Costantino è soggetta agli articoli 25 e 26 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza e non, come sostiene il prefetto di Oristano, all’articolo 68 dello stesso Testo. La comunità sedilese, in ossequio alle norme che regolano i rapporti tra Stato e Chiesa sui riti religiosi e libertà di culto, alla Costituzione Italiana, al Trattato Europeo che dà centralità al rispetto dei “riti religiosi, tradizioni culturali ed eredità regionali”, agli articoli del Tulps sopra richiamati e confermati da ultimo dall’autorevole parere del professor Andrea Pubusa, docente di Diritto amministrativo della facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Cagliari, non accetta misure e/o restrizioni che portino a una manifestazione snaturata con barocchismi e appesantimenti burocratici».

Poi Salvatore Pes porta avanti il suo confronto a distanza sulla «la linea che intende tracciare la prefettura di Oristano con la convocazione della Commissione di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo. In base all’articolo 68 del Tulps ha competenza, appunto, come cita il nome stesso, sui locali di pubblico spettacolo e non può essere applicata alla manifestazione tradizionale religiosa, assimilandola di fatto a un concerto o a un evento sportivo di qualsiasi genere». Infine il chiarimento ultimo su come debba essere intesa l’Ardia di San Costantino che «non è assolutamente uno spettacolo». Da qui la durissima chiusura della comunicazione del sindaco che usa non a caso il plurale: «Chiediamo e pretendiamo rispetto: la fede, i valori profondi come l’identità di un popolo in cui si sviluppano le radici di ognuno di noi, espressione massima di cultura e tradizione, il coraggio di cui si nutrono i nostri cavalieri e la nostra comunità non sono elementi barattabili se snaturati».

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