Soldi per eliminare l’amianto nell’Oristanese, il piano regionale non convince
Lilliu (Ex esposti): «Manca ancora il censimento dei manufatti e la cifra stanziata è irrisoria»
Oristano È un programma di bonifica dall’amianto con interventi per oltre un milione e mezzo di euro quello approvato dalla giunta regionale su proposta dell’assessora della Difesa dell’ambiente, Rosanna Laconi. Provvedimento importante che tuttavia incontra le prime critiche proprio dall’Oristanese, con l’Associazione ex esposti amianto che ritiene gli stanziamenti inadeguati alle reali esigenze di rimozione e bonifica su edifici pubblici, immobili privati e siti produttivi dismessi.
Il programma ha ammesso a finanziamento diversi interventi chiave. Lo stanziamento più consistente da 822.679 euro andrà al Consorzio industriale di Sassari per la bonifica del sito ex Ferriera Sarda. Tra i principali beneficiari figurano anche il Comune di Lunamatrona per la bonifica del capannone comunale per 95mila euro e la Provincia di Oristano, che riceve complessivamente 578.105 euro per bonifica di edifici privati e il completamento della bonifica dell’Istituto Agrario di Montresta. Il Comune di Abbasanta otterrà 30mila euro per la bonifica dell’ex mercato civico.
Sono inoltre stati ripartiti 300mila euro tra i Consorzi di bonifica, destinati alla rimozione delle condotte in cemento-amianto, con il Consorzio della Sardegna meridionale come maggiore assegnatario per 157.622 euro. L’assessora Laconi ha ribadito che il programma «consente di intervenire in modo mirato su immobili pubblici, privati e siti produttivi, dando continuità a una strategia regionale che mette al centro la tutela della salute e la bonifica delle situazioni a maggiore rischio. La rimozione dell’amianto resta una priorità strutturale per la sicurezza dei cittadini».
Nonostante l'approvazione del piano, l’Associazione regionale ex esposti amianto, presieduta da Giampaolo Lilliu, ha espresso forti critiche. L’associazione giudica il piano e i relativi finanziamenti «insufficienti» e giudica il programma dicendo: «Non interviene in modo concreto e non rispondente a quanto previsto dalla legge Regionale 22». La contestazione principale riguarda la presunta inadeguatezza delle risorse rispetto alla reale dimensione del problema. L’Associazione stima: «Circa il 70 percento degli immobili privati hanno manufatti in amianto», e lamenta che in Sardegna «non è mai stato fatto un reale censimento dei manufatti come invece previsto dalla legge regionale».
Lilliu evidenzia che lo stanziamento non tiene conto dei territori con maggiore incidenza storica, come la provincia di Oristano, che ospitava due fabbriche di produzione di cemento-amianto, giudicando quindi le risorse insufficienti a garantire pienamente il diritto alla salute. L’associazione ha infine rinnovato la richiesta, indirizzata all’assessora Laconi, di indire la seconda conferenza regionale a Oristano, ritenuta essenziale per migliorare il Piano regionale e rispettare la normativa che prevede incontri periodici.
