La Nuova Sardegna

La sentenza

Caso Ferragni, il Codacons esulta: «Sul pandoro Balocco il tribunale ha confermato la pratica scorretta»

Caso Ferragni, il Codacons esulta: «Sul pandoro Balocco il tribunale ha confermato la pratica scorretta»

L’associazione: «Decisione importantissima che ora apre la strada ai risarcimenti in favore dei consumatori»

23 aprile 2024
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Torino «Il tribunale di Torino ha accolto il ricorso presentato da Codacons, Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi e Adusbef, accertando la pratica scorretta messa in atto dall’azienda Balocco sul caso del pandoro “Pink Christmas” griffato Ferragni, e l’ingannevolezza dei messaggi lanciati al pubblico sulla campagna di beneficenza associata alla vendita del prodotto».

Lo fa sapere il Codacons, aggiungendo che si tratta «di una sentenza importantissima che ora da un lato apre la strada ai risarcimenti in favore di tutti i consumatori che avevano acquistato il pandoro in questione, dall’altro aggrava la posizione di Chiara Ferragni nell’indagine per truffa aggravata condotta dalla procura di Milano».

Per la prima sezione civile del Tribunale di Torino «le modalità di pubblicizzazione e diffusione della pratica commerciale poste effettivamente in essere (anche) dalla società Balocco S.p.A. hanno lasciato intendere ai consumatori, contrariamente al vero, che, acquistando il Pandoro PinkChristmas, avrebbero contribuito direttamente e proporzionalmente al reperimento dei fondi utili al finanziamento in favore l’Ospedale Regina Margherita di Torino per l’acquisto di un nuovo macchinario, che avrebbe permesso di esplorare nuove strade per le cure terapeutiche dei bambini affetti da Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing - si legge nella sentenza -. Anche la rilevante differenza di prezzo del Pandoro PinkChristmas rispetto al suo equivalente pandoro Balocco classico ha evidentemente contribuito ad indurre nel consumatore il convincimento che nel maggior prezzo vi fosse una diretta contribuzione al reperimento dei fondi utili al progetto di beneficenza».

Secondo quanto evidenziato dalle associazioni dei consumatori, «non è stato tanto il prezzo di per sé del pandoro quanto la sua messa in vendita ad un prezzo circa due volte e mezzo superiore rispetto a quello del classico pandoro Balocco ad aver evidentemente rafforzato il convincimento nel consumatore che, con l'acquisto del prodotto, egli avrebbe contribuito al reperimento dei fondi per il Regina Margherita di Torino e che tale contributo alla donazione fosse incluso proprio in tale maggior prezzo».

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