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Andrea Negro: «Mi sono innamorato dell’isola e ora la racconto in un libro»

di Paolo Ardovino
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«Sogno di vivere a Seulo, luogo magico». «Ho scritto appunti in ogni luogo visto. In un bar mi hanno detto che sono un “istranzu” che ha capito tutto»

13 agosto 2024
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Sassari Tutto è cominciato da un post su Facebook che ha cominciato a girare tra i gruppi e le pagine dedicate alla Sardegna. Andrea Negro, dal suo profilo, raccontava dove tutto si è fermato. L’ultima tappa, per ora.

«Era una scommessa, passare qui nove giorni, a una manciata di chilometri dal centro esatto della Sardegna – scrive su Seulo –. Ma questo grappolo di case aggrappato al monte Perdedu, che mi saluta fuligginoso al mattino e mi mette a letto sfolgorante nel buio stellato della sera, è una droga buona. E una sorpresa continua». 54 anni, lombardo, viaggiatore per indole, ci tiene a precisare che il suo non è il passaggio nell’isola «come quello di tanti altri».

I viaggi Andrea Negro si divide tra Legnano e il Lago Maggiore dove gestisce un b&b, e la prima volta che ha messo piede nell’isola è stata «nel 2016 con mia moglie, ma era, come dire, un viaggio ortodosso, iniziato a Olbia e con meta la Costa Smeralda. Sono tornato una seconda volta nel 2021, ritagliandomi una permanenza in solitaria e prolungata – spiega Negro –. Sono stato a Urzulei una settimana e ogni giorno uscivo a fare escursioni. Poi ho cominciato a familiarizzare con l’isola, tappe anche a Sant’Antioco, la penisola del Sinis» e lì rimane colpito dal fatto che «la famiglia che gestiva la struttura dove dormivo, l’ultima sera mi ha invitato a cena».

Poche settimane fa ha fatto rotta a Seulo. «E il primo giorno va bene, il secondo, il terzo, ma poi la gente in paese era stranita dal fatto che stessi lì tutto quel tempo», ride. È il modo che ha per «conoscere e vivere» un luogo, non solo vederlo. E con fierezza Andrea ricorda alcuni signori che in un bar lo hanno indicato «come un istranzu che ha capito tutto».

L’avventura Fa sorridere ascoltare l’entusiasmo di quando elenca strade più che secondarie, località minuscole, e poi si ferma per assicurarsi: «Non so se conosci, è un posto dove non va mai nessuno».

Lui sì, a bordo del suo scooter. «A San Pasquale ho tentennato, pensavo davvero di entrare in un’agenzia immobiliare e comprare casa. Ma quando lo farò, sarà a Seulo. Di notte sembra una manta nell’oceano. Le luci delle case e nient’altro attorno». Oppure racconta le disavventure, «al passo di Tascusì avrò percorso 4 chilometri in un sentiero senza strada, non parlo di sterrato ma proprio di pietre...».

L’idea del libro Lo scooter, uno zaino, un taccuino su cui scrivere qualche pensiero. Ogni giorno Andrea Negro ha messo nero su bianco suggestioni innescate dagli incontri e dai paesaggi. «Ma gli appunti crescevano e crescevano, allora ho cominciato a scrivere qualcosa che poi è diventato un libro. Due anni di lavoro arricchiti da quest’ultima esperienza». “L’isola muta - viaggio nei silenzi della Sardegna”, questo il titolo, era pronto a uscire per una casa editrice sarda, poi le cose non sono andate come sperato. «Ma per fortuna ho trovato un editore piemontese che si è incuriosito alla storia e con cui pubblicherò nei prossimi mesi». I suoi racconti sono una vetrina per chi cerca un’isola diversa dagli stereotipi: «Meno idilliaco il ritorno, soltanto trenta minuti ma di sentiero ripido, nervoso, infido, alla luce debole di un sole declinante. Gambe di gesso e fiato in riserva – un racconto del suo ultimo post –. L'ansietta di scivolare e precipitare nel Flumendosa, cinquanta, cento, trecento metri più sotto, era solo parzialmente mitigata dalla vista delle maestose alture circostanti, i Tacchi di Gadoni e Seulo. In cima, avevo già voglia di tornare indietro».
 

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