La Nuova Sardegna

Violenza tra i banchi

«Bimbi picchiati e umiliati»: arrestata un’insegnante

di Nadia Cossu
«Bimbi picchiati e umiliati»: arrestata un’insegnante

I fatti alla materna “Pertini Biasi” di Sassari. Sospesa dal servizio

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Sassari Le registrazioni delle telecamere installate dalla polizia all’interno di una scuola dell’infanzia di Sassari lasciano spazio a poche interpretazioni: immortalano calci alle gambe, colpi sulla testa, sulla nuca e sulla schiena di bambini di 3 e 4 anni. Piccoli alunni, magari un po’ vivaci, che a volte venivano anche strattonati, sculacciati, tirati per le orecchie, sollevati di peso e sbattuti sulle sedie.

Oltre alle testimonianze raccolte precedentemente dagli inquirenti – che avevano ricevuto delle segnalazioni da personale della scuola – sono state ancor più queste immagini ad aver fatto finire nei guai un’insegnante dell’istituto comprensivo “Pertini Biasi” di Sassari. M.G.F., di 60 anni, lo scorso maggio è stata arrestata dalla squadra mobile con l’accusa di maltrattamenti. Arresto poi convalidato dal gip Sergio De Luca che ha disposto nei confronti dell’indagata la misura cautelare del “divieto temporaneo di esercitare determinate attività professionali o imprenditoriali”. Due settimane fa lo stesso giudice ha disposto che nei confronti della maestra (che si è affidata alla tutela dell’avvocato Marco Palmieri) si debba procedere con giudizio immediato. Il difensore quasi certamente chiederà un rito abbreviato. I familiari dei bambini che avrebbero subito i maltrattamenti sono invece assistiti dall’avvocato Stefano Porcu.

L’indagine della squadra mobile era partita in seguito a una prima segnalazione della dirigente dell’istituto che evidenziava “l’opportunità di un monitoraggio” da parte della polizia nella sezione in cui operava M.G.F. (assunta in quella scuola due anni fa) per via di una “probabile pratica di abuso dei mezzi di correzione ai danni, in particolare, di un bambino di tre anni”. La comunicazione inoltrata in questura, nello specifico, faceva riferimento a un episodio nel quale un’altra insegnante avrebbe visto l’indagata intervenire nei confronti dell’alunno “tirandogli le orecchie e strattonandolo”. Alla vista di questi comportamenti non era rimasta in silenzio ma aveva anzi detto alla collega ad alta voce che quelli “non erano modi adatti di interfacciarsi con i bambini”.

A distanza di qualche giorno era stata inoltrata al personale della questura una seconda pec nella quale venivano segnalati ulteriori episodi nei quali la maestra avrebbe pestato mani e bocca agli alunni. Da qui la richiesta di un “intervento tempestivo”. Istanza accolta dalla squadra mobile che aveva sentito a sommarie informazioni sia la dirigente scolastica che le persone che avevano assistito ai presunti maltrattamenti. Le stesse che avevano riferito agli agenti di averli contattati “perché non potevamo più far finta di niente davanti a quei comportamenti”. In un’occasione, vedendo la maestra rincorrere un bambino, bloccarlo, sgridarlo e dargli due sculaccioni, una collaboratrice scolastica le avrebbe detto di non fare più quelle cose davanti a lei, “oppure faccia in modo che non le veda” aveva aggiunto.

Questo a testimonianza del fatto che i comportamenti dell’insegnante sarebbero avvenuti sotto gli occhi di tutti, non solo nella sua aula ma anche negli spazi comuni. A questo punto il gip De Luca aveva autorizzato le intercettazioni in quella sezione con installazione di microcamere. Le registrazioni sono andate avanti per quasi un mese e hanno documentato “un uso sistematico della violenza” da parte della maestra. Condotte vessatorie che, come sostenuto dal gip, interessavano anche gli alunni che non subivano direttamente i maltrattamenti fisici ma che erano comunque costretti a vivere in un “clima di terrore”.

Il giudice, nel sottolinearne la gravità, ha anche rilevato come quei “comportamenti minacciosi” fossero tali da pregiudicare significativamente la serenità dei bambini e, potenzialmente, anche in grado di incidere negativamente sulla loro crescita e sul modo di relazionarsi con gli altri. A riprova di ciò ci sarebbe in particolare un video dove un bambino, “dopo esser stato strattonato dalla maestra e dopo averla vista colpire due volte un compagno, aveva iniziato a darsi manate da solo sulla testa”.

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