41 bis Uta, il fronte del no è compatto: «Contrari al trasferimento di altri 92 detenuti»
Nella sala consiliare del paese una partecipatissima assemblea pubblica a cui partecipa anche la presidente della Regione Alessandra Todde
Uta Le istituzioni e il territorio dicono no al trasferimento di 92 detenuti del 41 bis nel carcere di Uta. Nella sala consiliare di Uta è in corso una partecipatissima assemblea pubblica (sala gremita) indetta dall'amministrazione comunale, con la partecipazione della presidente della Regione Alessandra Todde, il vice presidente del Consiglio regionale Giuseppe Frau, la presidente del Tribunale di sorveglianza di Cagliari Maria Cristina Ornano, i sindaci della Città Metropolitana, consiglieri regionali e parlamentari, ma nessuno dei partiti di centrodestra che non hanno preso parte.
Alessandra Todde: «L’arrivo dei detenuti 41 bis a Uta lo pagheranno tutti i sardi. Graveranno sulla sanità regionale, sul tessuto economico con le infiltrazioni nelle nostre comunità e sulla sicurezza. I detenuti non arriveranno soli, verranno anche familiari, parenti e amici. Il ministro Nordio a giugno mi rispose che le decisioni sarebbero state prese con la Regione Sardegna, poi non si è più fatto sentire nonostante le nostre richieste di incontro. Adesso viene a dirci che le decisioni sono state prese e già a inizio anno i detenuti del 41 bis saranno trasferiti a Uta. Sono spaventata per le infiltrazioni mafiosi».
Il fronte del no all'importazione dei detenuti del 41 bis nel carcere di Uta - è stato detto con coro unanime dagli intervenuti al dibattito - è compatto e molto critico nei confronti del ministro della Giustizia Nordio. C'è forte preoccupazione per le conseguenze che si registreranno immancabilmente nel tessuto economico e sociale e nella sicurezza pubblica nel territorio.(l.on)
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