La Nuova Sardegna

Sanità

Cresce l’elenco degli ospedali di comunità, quasi pronti quelli di Ittiri e Ploaghe

di Claudio Zoccheddu
Cresce l’elenco degli ospedali di comunità, quasi pronti quelli di Ittiri e Ploaghe

Previste a Sassari altre due strutture di assistenza al San Camillo e al Conti

3 MINUTI DI LETTURA





Sassari Nel carnet degli ospedali di comunità “in sospeso” ce ne sono perlomeno due che dovranno essere depennati entro poche settimane. Le strutture destinate ad aprire i battenti prima che scada il termine fissato al mese di marzo del 2026 dal piano operativo regionale sono quelle di Ittiri e Ploaghe, restando all’interno dei confini dell’Asl numero 1.

A Ploaghe, dunque, saranno due le strutture attive nell’assistenza territoriale: il 7 gennaio del 2025 aveva aperto un ospedale di comunità che però non rientrava nell’elenco di quelli finanziati dal Pnrr. Dove un tempo esisteva una struttura dedicata alla riabilitazione estensiva, oggi c’è uno dei modelli sperimentali degli ospedali di comunità dell’isola che, insieme a quello di Ghilarza, è anche il capofila del progetto studiato per avvicinare la sanità ai pazienti.

L’esempio di Ploaghe, dunque, sarà quello su cui verranno realizzati gli altri ospedali di comunità. Sul fatto che l’apporto della struttura all’intero sistema sanitario sia sostanziale non c’è alcun dubbio: «Attualmente a Ploaghe abbiamo 20 posti letto – spiega Maria Piera Ruggiu, responsabile per l’Asl di Sassari degli ospedali di comunità e delle Centrali operative territoriali – ma i dati che raccontano l’importanza di questi presidi sono altri. Nell’ospedale di Ploaghe abbiamo registrato 207 accessi, significa che abbiamo permesso agli altri ospedali di avere 20 posti letto liberi per ogni mese in cui abbiamo operato. Quando entreranno in funzione le altre strutture di comunità, una al San Camillo e una al Conti, ridurremo sensibilmente l’affollamento negli ospedali. Inoltre, abbiamo registrato degenze medie di 23 giorni, un altro dato importante perché le degenze medie sono 30 giorni, come quelle indicate nel decreto ministeriale 77 del 2020 che prevedeva la nascita degli ospedali di comunità».

Da Ploaghe arrivano altri dati che sono compresi nei limiti del decreto: «Su 207 accessi, 148 sono di over 75, il 72 per cento – aggiunge la dottoressa Ruggiu –. Questo l’indicatore di un monitoraggio previsto dal decreto ministeriale e dalle linee guida regionali». In altri termini, l’ospedale di Ploaghe funziona proprio come dovrebbe e il fatto che sia un modello da replicare lascia ben sperare. A giovarne maggiormente, spiega sempre la dottoressa Ruggiu, è l’azienda ospedaliera universitaria di Sassari: «Dei 207 accessi, 115 sono stati dirottati proprio da là».

A fare da raccordo tra gli ospedali “classici” e quelli di comunità ci pensano le Cot, “Centrali operative territoriali”: «Sono le strutture che coordinano i percorsi di assistenza territoriale e garantiscono la transizione sicura tra l’ospedale e le strutture territoriali. Da gennaio 2025 ad oggi – spiega ancora Ruggiu –, la centrale operativa di Sassari ha preso in carico 2674 pazienti, 1213 hanno concluso il setting assistenziale verso altre strutture territoriali. Nello specifico, 207 sono stati completati nell’ospedale di comunità, 542 hanno ricevuto cure domiciliari integrate, 327 sono stati ricoverati all’interno di Rsa o di comunità integrate. Il Cot ha gestito anche gli ingressi in hospice, 46 pazienti, mentre 15 sono stati tracciati e indirizzati verso cure palliative domiciliari. Ecco, le Cot sono il vero cervello del territorio, sono i centri che governano i flussi e che si assicurano che i vengano seguiti fino a quando non è appurato che siano stati affidati alla struttura giusta per le loro esigenze».

Primo Piano
Serie C

Torres-Pineto, formazioni ufficiali – LA DIRETTA

di Antonello Palmas
Le nostre iniziative