La Nuova Sardegna

Sassari

Tribunale

Minacce di morte e insulti a tre conquiline, Claudio Dettori di nuovo a processo

di Nadia Cossu
Minacce di morte e insulti a tre conquiline, Claudio Dettori di nuovo a processo

In aula a Sassari le lacrime di una delle vittime di maltrattamenti da parte del 27enne già condannato all’ergastolo per l’omicidio del barista Antonio Fara

02 luglio 2024
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Sassari «Non ci fidavamo più a mangiare in casa, a pranzo un giorno aprimmo una bottiglia di coca cola per berla, ma ci rendemmo conto che all’interno c’era dell’altro, sapeva di sapone... Così come nel barattolo di caffè, c’era una polverina che sembrava cenere. Capitava anche che mancasse all’improvviso l’acqua mentre ci facevamo la doccia». E poi c’erano le minacce di morte: “Ti ammazzo mentre dormi, ti stacco la testa e ci piscio sopra”.

Le trema la voce, piange prima di entrare nell’aula del tribunale dove deve essere sentita – insieme ad altre due giovani – come persona offesa nel processo per maltrattamenti che vede imputato Claudio Dettori. Ossia il 28enne già condannato all’ergastolo in via definitiva per l’omicidio del barista sassarese Antonio Fara. E che nel 2017, per un periodo, aveva condiviso un appartamento in via Nizza con tre coinquiline e un altro giovane.

La ragazza ieri, 1 luglio 2024, è stata sorretta e accompagnata fino al banco dei testimoni dal cancelliere d’udienza e – come garanzia di protezione – le è stato sistemato davanti un paravento, per non essere costretta a incrociare lo sguardo di Dettori, che era presente in aula accanto al suo avvocato difensore Giuseppe Onorato.

Al giudice Monia Adami la teste ha raccontato quei terribili giorni tra il 2017 e il 2018 sfociati in una denuncia e nella fuga dall’appartamento di via Nizza: «Dovevo diplomarmi, scappai da quella casa perché l’ambiente non era tranquillo». Sulla stessa linea le altre due ragazze, una in particolare era la destinataria delle minacce di morte: «Senza una ragione precisa se l’era presa con me: “Non ho mai ucciso nessuno ma a te ti ammazzo, durante la notte”. Mi minacciava con una padella, mi svuotava i flaconi di bagnoschiuma e shampoo appena comprati...».

Una convivenza che, in sintesi, era diventata un incubo. Tanto che le tre ragazze avevano il terrore di rimanere sole in casa con l’imputato e si chiudevano a chiave nelle proprie camere per paura di essere aggredite. Le minacce sarebbero state sistematiche, come è scritto nella richiesta di rinvio a giudizio, con espressioni quali: “Ti rovino, non sai con chi stai parlando”, “ti faccio mangiare la merda e il detersivo”, “stanotte mentre dormi ti rovescio un secchio di acqua bollente sulla testa”, “ti ammazzo, sostanze chimiche ne conosco, state attente, ve le ritroverete nelle cose da mangiare”.

Oltre a vari insulti personali ed epiteti offensivi. Dettori avrebbe anche cosparso di rifiuti gli ambienti comuni dell’appartamento, contaminando il cibo e le bevande. Comportamenti che di fatto – scriveva il pubblico ministero – «imponevano alle persone offese un clima di costante sopraffazione rendendo loro invivibile la convivenza con l’imputato». Dettori si sottoporrà a esame nell’udienza del 17 settembre.

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