La Nuova Sardegna

Le insidie della tecnologia

La trappola virtuale dei social media

di Roberto Ledda*
La trappola virtuale dei social media

Ogni persona dovrebbe filtrare le informazioni e imparare a informarsi in maniera adeguata

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È sempre più comune trovare persone che cadono in quella che viene definita la trappola della disinformazione, alimentata spesso dalle nuove forme di comunicazione, i social media. Questo fenomeno dovrebbe essere considerato più allarmante di quanto non sia, poiché è necessario solo instaurare dubbi e curiosità nell’individuo per cadere in informazioni non aderenti alla realtà. Infatti, una volta che il sistema di controllo “capisce” che un argomento può stuzzicare l’interesse di molteplici gruppi di persone si genera una echo chambers (cassa di risonanza). Si tratta di una bolla di informazione dove si espongono principalmente e quasi esclusivamente contenuti che sono risultati interessanti per un gruppo di utenti, questo tende a rafforzare l’opinione anche attraverso il consenso di una gran parte di persone, dato che è risaputo che il consenso nella società odierna è fondamentale. Ma si tratta solo di un inganno creato dall’algoritmo. E bisogna esserne consapevoli quando si usano i social media. Un’altra caratteristica è la diffusione virale dei social, perché queste piattaforme permettono una rapida propagazione delle informazioni in un lasso di tempo molto breve. Questo fenomeno, a prescindere da cosa si stia cercando nella rete, amplifica la portata delle notizie false, riuscendo a raggiungere un pubblico molto vasto con rapidità impressionante. Ci sono delle cause scatenanti per cui si tende a cadere in questi meccanismi e queste sono, i clickbait ovvero titoli o copertine video di tipo sensazionalisti creati con lo scopo di generare visualizzazioni. Si possono trovare anche altre cause scatenanti come i deepfake, video o immagini che sono stati manipolati digitalmente, che sembrano reali, ma che in realtà sono il frutto dell’immaginazione.

Per accrescere poi quella che è la parvenza di un’approvazione pubblica maggiore si utilizzano anche account falsi o bot, che simulano le azioni di un utente ampliando la portata di messaggi fasulli. Creare un pensiero coeso e debole di un gruppo ampio di persone fa comodo, perché permette a quello che è il sistema social di accrescere il proprio status, poiché più persone pensano in un unico modo e più è semplice generare video che piacciono a una platea virtuale sempre più vasta ed è proprio questa la finalità. Ma questo fenomeno consente anche al sistema politico di trovarsi in una condizione propagandistica più semplice e omogenea. I sistemi di controllo e filtraggio di informazioni purtroppo risultano inefficaci andando spesso a rimuovere contenuti anche veritieri, questo è dato dal fatto che si sta ancora esplorando l’intelligenza artificiale. È facile cadere in queste trappole virtuali, e bisognerebbe invitare ogni persona a filtrare le informazioni che vengono trovate online, e informarsi in maniera adeguata, cercando di ridurre questo ormai sempre più presente virus informatico.

*Roberto è uno studente dell’istituto “Convitto nazionale Canopoleno” di Sassari

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