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Il Commando Dinamo fa festa: «Dopo 20 anni siam sempre qua»

di Antonello Palmas
Il Commando Dinamo fa festa: «Dopo 20 anni siam sempre qua»

I fondatori: «Siamo tra i gruppi più anziani della tifoseria cestistica italiana»

22 marzo 2023
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Sassari «La prima riunione la facemmo a un tavolino del Mosaico cafè, ci dicemmo: che impegno sarà mai? Dopo 20 anni eccoci ancora qua, e a tifare ora ci porto mia figlia...» racconta Mario Simula, uno dei fondatori del “Commando”, il gruppo ultrà della Dinamo che sabato nella gara con Varese ha celebrato il ventennale (+1, lo scorso anno le incertezze legate alla pandemia fecero slittare la festa). Un grande telo bianco col numero 20, la scritta “Vent’anni fianco a fianco” e il motto “Siam sempre qua”, e lo striscione storico con i colori sociali di allora, bianco e verde, uno dei più vecchi d’Italia, per una delle formazioni più antiche del panorama cestistico. «Solo Bologna e pochissime altre sono più anziane» dice Simula, che la creò con altri coetanei allora 17-18enni: Francesco Pasca, Giulia Garau, Luigi Canu, Francesco Usai e Costanzo Cossu. «Conosciamo solo promozioni e vittorie – scherza ma non troppo Mario –. Abbiamo preso la Dinamo in A2 e l’abbiamo portata allo scudetto. Mai retrocessi. Ci siamo sempre nel bene e nel male. In fondo dopo 20 anni fa siamo rimasti noi e quelle 4 mura».

Gli albori «Alta Marea e Onda d’Urto, sciogliendosi a fine anni 90, lasciarono un buco di qualche anno nel tifo organizzato sassarese – racconta – a parte un Dinamo Web Club che raggruppava le persone i frequentatori dei social. A me e altri venne l’idea di provarci e all’inizio della stagione 2002-2003 nacque il Commando Ultrà Dinamo, poi abbreviato per comodità». La Dinamo era in A2 da un paio d’anni. «Uno dei primi striscioni – racconta Mario – fu realizzato nella casa in campagna di uno di loro, purtroppo la tinta filtrò attraverso la tela e nonostante i tentativi di eliminarla ancora si vede la scritta Commando sul pavimento in cotto, in quella casa sono rimaste un po’ le stimmate del gruppo...». Da allora di strada ne è stata fatta: «Agli albori siamo stati anche 200-250, ora per vari motivi ci sono 50-70 persone, delle quali una quindicina sono i soci attivi». Il finanziamento avviene attraverso la vendita delle magliette, che quest’anno ricordano appunto il ventennale: «Sono molto semplici, c’è il nostro motto “Siam sempre qua” con una dedica “a chi è sempre con noi”, riferito a quelle persone che hanno fatto un percorso con il Commando e non ci sono più, come Luca Ruggiu detto Spikkio, che con noi ha girato l’Europa, un’assenza che pesa». Con i protagonisti il Commando la vissuto la promozione in A1 nel 2010, i primi playoff nel 2011, la prima Final Eight nel 2012, la prima Coppa Italia nel 2014, il triplete del 2015, la vittoria dell’Europe Cup nel 2020 e via tifando.

La filosofia La parola ultrà è spesso ricollegata a violenza e insulti, ma soprattutto nel calcio. Il Commando su questo ha le idee chiare: «Ci rifacciamo alle vecchie idee del movimento ultrà italiano, come un po’ tutti nel basket: rispetto per chi ti rispetta – spiega Mario – e ci comportiamo di conseguenza anche in trasferta. Certo, ci sono stati problemi con Bologna, Milano, Pistoia, ma è finita lì, non ha senso rovinarsi vita e lavoro per queste cose. Una diffida significa anche preclusioni a livello professionale». E ancora: «Massimo rispetto per la società, così come per i giocatori, che deve essere reciproco. Prima di contestare chiediamo alla dirigenza: cosa sta succedendo, perché si gioca male, ci sono problemi interni allo spogliatoio? Oppure ci presentiamo a un allenamento, parliamo col capitano o con i punti di riferimento, ci facciamo la nostra idea e chiediamo impegno. Il dialogo è importante. E tifare in maniera sana si può». Forse è per questo che Commando e Dinamo “son sempre qua”.

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