La Nuova Sardegna

Sport

Vela

Andrea Mura: «In progetto un nuovo giro del mondo in solitaria»

di Sergio Casano

	<strong>Andrea Mura</strong> doppia il leggendario Capo Horn attraversando una pericolosa tempesta
Andrea Mura doppia il leggendario Capo Horn attraversando una pericolosa tempesta

Il 61enne cagliaritano non si ferma e pensa alla prossima edizione della Global Solo Challenge del 2027 oppure alla Vendée Globe del 2028. E’ stato il quinto italiano a doppiare Capo Horn da solo

3 MINUTI DI LETTURA





Cagliari Il richiamo dell’Oceano è sempre più forte per Andrea Mura, che a quasi due anni dalla grande impresa alla Global Solo Challenge (il giro del mondo in solitaria senza scalo e assistenza), a bordo di Vento di Sardegna, vuole tornare in mare ad affrontare le tempeste e le onde giganti intorno al pianeta. Non si ferma il velista cagliaritano, 61 anni lo scorso settembre, che dal 2010 partecipa alle regate transoceaniche in solitaria, sempre a bordo di Vento di Sardegna.

«L’oceano mi manca, ho tanta nostalgia – dice Mura–, non è ancora arrivata l’ora di ritirarsi. E poi, nella vela, l’età anagrafica non è così importante: dipende da come sei fisicamente, dalla testa e dall’esperienza. Ora sto cercando degli sponsor, che mi possano aiutare e permettere di ritornare in campo, o meglio, in mare per partecipare alla nuova edizione della Global Solo Challenge, che partirà nel novembre del 2027 da Vigo, in Galizia, o alla Vendée Globe, in programma nel novembre 2028 con partenza da Les Sables d’Olonne, in Francia».

Due circumnavigazioni del globo differenti tra loro, ma solo perché riservate a due imbarcazioni diverse: la prima è aperta un po’ a tutti gli scafi, la seconda è tassativamente dedicata agli scafi volanti della classe Imoca 60, vere e proprie macchine da mare capaci di offrire altissime prestazioni. «Per partecipare alla Vendée, che ha un budget a tanti zeri, ci vuole una barca nuova o usata – continua Andrea Mura – ma io voglio rimanere con i piedi per terra».

E spiega: «L’open 50 Vento di Sardegna ha 25 anni e ha bisogno di essere modificato, di un taglia e cuci. Occorrono importanti lavori: bisogna abbassare il pozzetto e rifare la tuga in acciaio inox, che durante la Global Solo Challenge era stata distrutta dalla forza del mare come se fosse stata costruita in legno. Dovrei cambiare anche la chiglia, ancora è tutto perfetto e funzionante ma non è pensabile andare nei mari del Sud con tempeste e onde pazzesche. Per fare il giro del mondo ho preparato la barca in due messi ma questa volta non voglio rischiare. Vento di Sardegna deve essere più competitiva, più in ordine, con più tecnologie, le mie tecnologie».

Andrea Mura ha concluso la Solo Global Challenge il 17 marzo 2024 dopo essere partito quattro mesi prima da La Coruña, in Spagna, e aver navigato per 26 mila miglia nautiche. Su venti imbarcazioni partecipanti, al traguardo sono arrivate solo sette barche: tanti i ritiri e le avarie, la competizione è stata segnata anche da tre affondamenti. Mura l’ha conclusa al terzo posto, quinto italiano di sempre ad avere doppiato Capo Horn in solitaria, senza fermarsi mai.

E proprio dopo aver superato la punta più a Sud dell’America, il navigatore sardo ha vissuto uno dei momenti più difficili. «Nella risalita dell'Atlantico, al largo di Buenos Aires – racconta – , sono incappato in una tempesta, con vento di 40 nodi e onde che hanno raggiunto i sette metri di altezza. Condizioni estreme che hanno quasi rovesciato la barca, una botta terribile che per fortuna non mi ha provocato dei danni alla schiena». Andrea Mura ha voluto raccontare la sua avventura intorno al mondo durante una serata alla sezione della Lega Navale di Su Siccu intitolata “Il Giro del mondo a 360°”. Un viaggio intorno al mondo emozionante rivissuto attraverso video e immagini insieme a tantissimi lupi di mare. E le sirene dell’Oceano continuano a chiamarlo per compiere un’altra impresa.

Primo Piano
L’inchiesta

Oliena, allevatore ucciso durante una battuta di caccia: c’è un indagato

L'intervista

Ragazzini morti a Nuoro, il dolore del padre di Ythan: «Demolendo il rudere pensano di lavarsi la coscienza»

Le nostre iniziative