La Nuova Sardegna

Polizia penitenziaria, le donne escluse chiedono il reintegro

di Claudio Zoccheddu
Polizia penitenziaria, le donne escluse chiedono il reintegro

«Disparità di genere nel concorso per gli ispettori

23 aprile 2024
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Sassari Come se non fosse accaduto nulla. Le escluse dalle selezioni, però, non ci stanno e alzano la voce. Il concorso bandito nel novembre del 2021 per l’assunzione di 411 vice ispettori del corpo di polizia penitenziaria, quello che prevedeva 378 posti per gli uomini e appena 33 per le donne (l’8%), saluterà i primi “vincitori” il 6 maggio. Ma oltre alla disparità di genere nell’assegnazione dei posti, relativi ad un ruolo di concetto e di coordinamento, anche il sistema di valutazione risultava sbilanciato verso i futuri ispettori di sesso maschile, ritenuti idonei al raggiungimento di una valutazione complessiva di 13 punti al contrario di quanto riservato alle candidate donne che, invece, per superare lo scoglio della selezione dovevano superare una valutazione di 15,8 punti, che garantiva l’idoneità ma non l’assunzione.

Per il momento, denunciano le aspiranti ispettrici idonee ma non selezionate, le rimostranze legate ad un’evidente differenza di genere non hanno sortito alcun effetto. Proprio come non ha sortito effetti il parere del Consiglio di Stato, che si è espresso a favore della cancellazione della distinzione tra i sessi nel ruolo di ispettore e che ha citato un rinvio della Corte di giustizia dell'Unione Europea, chiedendo che prevalga «l'esigenza di certezza di assicurare a tutti la tutela del diritto fondamentale alla parità di genere e non discriminazione nell’accesso al lavoro». C’è altro, perché le aspiranti ispettrici idonee, di cui diverse provenienti dall’isola, ricordano che “tale distinzione di genere nel ruolo degli ispettori rappresenta una violazione dell’articolo 3 quanto dell'articolo 51 della Costituzione per la parte che stabilisce che tutti i cittadini dell'uno o dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza”.

E per far valere i propri diritti, o perlomeno per provare a farlo, le 140 ispettrici idonee, hanno anche messo mano al portafogli sia per tutelarsi dal punto di vista legale sia per potersi permettere le trasferte necessarie per sostenere (e superare) le sei prove che si sono svolte a Roma, con un aggravio per le candidate partite dall’isola e che, almeno per il momento, non hanno ancora perso la speranza di veder riconosciuto un risultato diverso da quello che è stato messo a verbale: «Confidiamo che il nostro valore venga riconosciuto al pari di quello degli uomini, consentendoci di prendere parte al IX Corso Allievi Vice Ispettori del Corpo di Polizia Penitenziaria. Nella speranza di non essere dimenticate». Perché, lo ricordano “siamo donne che dopo una lunga e faticosa preparazione hanno corso con testa, gambe e cuore il chilometro più importante della loro vita ma anche donne che non si sono mai arrese e che, tagliate fuori da stringenti limiti d’età, non avranno un’altra occasione». 

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