La Nuova Sardegna

Sanità

Ospedali, Nuoro è al collasso e da Cagliari arriva lo stop ai pazienti

di Kety Sanna
Ospedali, Nuoro è al collasso e da Cagliari arriva lo stop ai pazienti

Le comunicazioni di Arnas e Aou generano allarme. I medici: siamo pochi, impossibile garantire assistenza

25 aprile 2024
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Nuoro “Oltre al danno la beffa” verrebbe da dire dopo le comunicazioni inviate qualche giorno fa dalla direzione dell’ospedale Brotzu di Cagliari e dell’Azienda ospedaliera Universitaria cittadina, all’Areus, alle Asl ma soprattutto al nuovo assessore regionale alla Sanità Armando Bartolazzi, per far presente le criticità dovute all’esaurimento dei posti letto delle unità ospedaliere del capoluogo. La grave situazione in cui verterebbero i reparti dell’Arnas e dell’Aou, impossibilitati ad accogliere altri degenti, ha portato il direttore generale Agnese Foddis, e a seguire il direttore sanitario Aou, Cinzia Aresu, a denunciarne il problema e a chiedere «una collaborazione per garantire la migliore assistenza possibile ai pazienti».

La reazione Il tenore delle comunicazioni, alla luce della difficile realtà della sanità nuorese che inerme ha assistito negli anni a una vera e propria diaspora di medici verso i poli sanitari di Cagliari e Sassari, non ha potuto che suscitare preoccupazione e al contempo un certo “fastidio” nel personale sanitario barbaricino, costretto a turni massacranti. «Da anni lavoriamo a ranghi ridotti – dicono gli operatori – proprio perché molti colleghi hanno scelto di trasferirsi in altre sedi, da dove ora ci viene comunicato che i posti letto sono esauriti. E pensare – aggiungono – che interi reparti del San Francesco sono rimasti sguarniti di medici, e per questo i pochi rimasti siamo costretti a continui salti mortali per garantire il servizio ai cittadini. Non c’è un reparto che abbia l’organico al completo – sottolineano – e gli operatori in servizio dobbiamo comunque far quadrare i turni e gli orari di lavoro per riuscire a gestire un numero sempre maggiore di pazienti». Un’emergenza cronica che, come spiega la presidente dell'ordine dei medici di Nuoro, Maria Giobbe, si differenzia dalle altre non foss’altro perché a livello di aziende ospedaliere universitarie c’è una forza nuova che è rappresentata anche dagli specializzandi. È vero che qualcuno può essere assunto in ambito ospedaliero, secondo questa nuova normativa, però è altrettanto vero che la forza maggiore rimane nei poli universitari. È chiaro che se le strutture sono più in sofferenza per la carenza di personale, chiedono aiuto perché molti pazienti, per necessità, vengano trasferiti nei poli nord e sud dell’isola per determinati trattamenti. Per esempio, nel caso della Radiologia interventistica per l’ictus, qui a Nuoro il servizio funziona a malapena H6 (6 ore ndr), mentre prima, quando il personale medico, tecnico e infermieristico era sufficiente per coprire i turni, era H24. Ora viene garantita l’assistenza solo per un turno. Stessa situazione nel reparto di Ortopedia, di fatto chiuso, dove praticamente si assicura un servizio di tipo ambulatoriale. Così se un paziente ha bisogno di un trattamento ortopedico, è necessario trasferirlo in altro nosocomio. È la faccenda dei vasi comunicanti – continua Giobbe – secondo la quale se non posso garantire una cosa avviene il travaso per assicurare l’assistenza sanitaria che serve».

I numeri Le battaglie e le denunce finora portate avanti non sono bastate, però, a bloccare i continui tagli che hanno spolpato l’ospedale San Francesco, dove ogni giorno è una lotta per riuscire a garantire assistenza ai malati, anche nei momenti di maggiore sovraffollamento, quando il numero dei posti letto è limitato.

La crisi è in tutti i reparti: da Pediatria che conta 7 medici anziché 13, quanti ne sono previsti in organico, a Medicina, Geriatria e Malattie infettive, dove il personale sanitario è da sempre insufficienti a gestire il numero sempre in aumento dei pazienti. Non se la passano meglio ai Pronto soccorso dove sono rimasti 5 medici rispetto alla pianta organica che ne prevede 18. L’Oncologia poi, viaggia con due sole oncologhe più il direttore.

«La cosa da cui bisogna partire è che se non ci fossero questi medici che fanno fino in fondo la professione, sarebbe davvero un guaio. Medici – sottolinea la presidente Giobbe – costretti a reggere uno stress fisico e psicologico che certe situazioni impongono. Si vive sul filo di lana. Bisogna agire in fretta perché la situazione è emergenziale, e se non ci si muove assisteremo al crollo totale del san Francesco. Vista la ricorrenza di oggi (ieri per chi legge ndr), ci auguriamo un’altra “liberazione”: quella della sanità del nostro ospedale, drammaticamente depauperata nelle risorse».

L’appello di Cocco E proprio ieri a poche ore dalla visita istituzionale della presidente della Regione Alessandra Todde, è arrivata la denuncia del consigliere regionale Sebastian Cocco, per un ennesimo tentativo di “scippo” ai danni della sanità nuorese. «Il reparto di Pneumologia dell’ospedale Cesare Zonchello, già sotto organico con 4 medici su 10 previsti, rischia di vedersi sottratta un’altra unità a causa dello scorrimento della graduatoria in favore di Aou di Sassari che vanta già la presenza di 22 operatori – scrive Cocco in una lettera indirizzata alla presidente e all’assessore Bartolazzi, confidando in un loro immediato intervento –. Una sperequazione ingiustificata su cui occorre intervenire immediatamente. Con solo tre unità si compromette la gestione di un reparto che contempla 26 posti letto, oltre alle emergenze legate alle patologie respiratorie anche infantili di un territorio vasto».
 

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