La Nuova Sardegna

Trasporti

Le compagnie aeree low cost non esistono più

di Claudio Zoccheddu
Le compagnie aeree low cost non esistono più

Cresce la domanda e aumenta il costo dei biglietti. Ryanair: +18 per cento in un anno

30 aprile 2024
3 MINUTI DI LETTURA





Sassari C’erano una volta le compagnie aeree “low cost”, cioè a basso costo, magari un po’ spartane ma con biglietti a prezzi popolari (perlomeno sulla carta). C’erano una volta e non ci saranno più. Non nel prossimo futuro. Il mondo dei collegamenti aerei a basso costo sta per essere rivoluzionato e la nuova versione avrà sicuramente un forte impatto sull’isola, dove le low cost sono di casa e si occupano anche di servizi come la continuità territoriale.

Viaggi più cari I biglietti dei voli saliranno, come era già successo lo scorso anno ma questa volta l’impennata potrebbe essere più decisa. Se nel 2023 le tariffe erano lievitate dell’8 per cento, come ha ricordato ieri il Sole24ore, nel 2024 il balzo potrebbe raggiungere il 10 per cento. Totale: +18 per cento in poco più di un anno. I motivi sono diversi ma il primo è legato alla domanda che, per la prima volta dopo la pandemia, nell’estate di quest’anno supererà i volumi registrati nel 2019. Secondo l’Associazione internazionale del trasporto aereo, nel 2024 dovrebbero utilizzare l’aereo almeno una volta 4,7 miliardi di persone contro i 4,5 miliardi registrati nel 2019. Poi ci sono gli scioperi del settore aereo, gli strascichi della guerra in Ucraina e la serie di problemi collezionati da Boeing e Airbus, un duopolio che vale circa 80 miliardi di dollari all’anno solo per le consegne dei nuovi aerei. Consegne che, quest’anno, non potranno essere rispettate un po’ per i problemi di Boeing dopo che un “737 Max” della Alaska Air Lines aveva perso il portellone mentre decollava, un incidente che ha convinto la autorità statunitensi a limitare la produzione di questo apparecchio, e dopo che il motore Pratt&Whitney dell’650 A320neo di Airbus aveva manifestato alcuni difetti che potrebbe costringere le autorità ad un’ispezione sui velivoli di questo modello: un’incertezza generale che si traduce in una riduzione del 19 per cento degli aerei sulla piazza.

E meno voli significa automaticamente meno passeggeri, con l’effetto collaterale dell’aumento dei prezzi dei biglietti anche senza considerare l’aumento dei carburanti e delle materie prime in generale oltre alla necessità di manutenzioni più attente su aerei “costretti” ad allungare il servizio per coprire le mancare consegne e per provare a conservare perlomeno le destinazioni.

Le compagnie La più colpita è anche più “forte”. Ryanair attendeva da Boeing la consegna di 57 737 Max ma ne riceverà 40. un buco che costringerà la compagnia irlandese a correggere il suo network che, per la “summer” del 2024 prevedeva 72 collegamenti con la Sardegna, oltre all’apertura della base di Olbia, con un potenziale di 4,5 milioni di passeggeri da sbarcare o caricare nell’isola. La strategia del vettore numero 1 in Europa è già chiara: le destinazioni rimarranno attive, tutte. Ciò che verrà rivisto sono le frequenze. Il passaggio a vuoto di Airbus, invece, interessa soprattutto Wizz Air, con il 20 per cento della flotta posteggiata in attesa di verifiche sui motori, che però non ha un grande impatto sulla Sardegna che raggiunge con quattro rotte. Ad ogni modo, meno voli, meno passeggeri, prezzi più alti. Proprio quando la domanda supera i massimi storici. Anche se, dopo il pallottoliere turistico sfoggiato dalla vecchia amministrazione regionale, dove il numero di presenze era l’unica cosa che contava, la nuova giunta regionale e il nuovo assessore ai Trasporti, prima che le proiezioni di Iata minassero le prospettive di un super affollamento dei cieli, aveva già annunciato di voler puntare sulla qualità (economica) dei visitatori piuttosto che sul numero. Ora il boom della domanda e le difficoltà delle compagnie aeree possono fornire un assist per scoprire l’isola del turismo d’elite e dei visitatori “altospendenti”.

In Primo Piano
Il caso

Siniscola, Giovanni Bomboi dopo gli spari al Consorzio: «Ero esasperato, sono pentito. Non volevo ferire nessuno»

di Sergio Secci
Le nostre iniziative