La Nuova Sardegna

L'indagine

Economia, manca la fiducia e così cambia anche il modo di fare la spesa quotidiana

di Giuseppe Centore
Economia, manca la fiducia e così cambia anche il modo di fare la spesa quotidiana

L'inflazione è sotto controllo ma non è sufficiente. Il “carrello” resta un termometro infallibile

05 maggio 2024
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Cagliari Bisogna guardare al carrello della spesa, al vero termometro dello stato di salute degli italiani, per capire se gli effetti inflattivi post-covid e legati al conflitto ad Est possano essere archiviati. Quel carrello vale più di leggi, proclami, assicurazioni, impegni e promesse. Sistema sensibilissimo per monitorare l’economia, spesso viene sottovalutato come se non rispecchiasse veramente il cuore del paese. E invece è meglio guardare a cosa c’è in quel carrello, come è composto e dove si trova. Il risultato finale è che in quel carrello ci sono molti prodotti, ma manca il più importante per fare acquisti, fossero anche di generi alimentari: la fiducia. E senza questa, anche con una inflazione in ritirata, i consumi non crescono. Lo conferma l’ultima indagine di NielsenIq, la più importante società al mondo che si occupa di ricerche di mercato.

Ecco il cuore dello studio. Il 30% degli italiani dichiara di vivere in una condizione economica peggiore del 2023, mentre il 62% afferma come la difficoltà sia la medesima dell’anno appena concluso. L’80% degli italiani in difficoltà attribuisce al generale aumento del costo della vita la causa della loro difficile situazione finanziaria, dato in linea con la media europea (83%). Inoltre, il 39% delle famiglie in Italia ritiene che il rallentamento economico sia la ragione principale del complesso assetto attuale del Paese. E così per la fine del 2024 secondo NIQ, i consumatori restano pessimisti, il 60% ritiene che la propria condizione finanziaria non subirà cambiamenti (rispetto al 46% dell’Europa), e uno su quattro teme un peggioramento tre principali fattori.

Tre le principali inquietudini, diffuse in misura omogenea in tutto lo Stivale: l’aumento del costo dei prodotti alimentari, delle bollette, e l’incertezza su clima e situazione geopolitica in Europa. Questi tre fattori hanno «progressivamente e radicalmente modificato le modalità di acquisto nel settore dei beni di largo consumo», scrivono gli esperti di NielsenIq. E così un italiano su due segue «puntualmente la lista dei prodotti necessari», e due su tre presta maggiore attenzione agli sprechi. E se ci si trova davanti a offerte e promozioni si fa scorta, come decenni fa, verrebbe da dire.

E la spesa non è mai un qualcosa di indefinito. Ogni scontrino viene visto e rivisto, e appena si può cambiare negozio lo si fa, facendo venir meno ciò che i market hanno di più prezioso: la fidelizzazione del cliente. Si compra meglio e soprattutto meno, e si esce di meno. «Per tutto il 2024 e in un’ottica di risparmio, il 68% delle famiglie italiane limita le occasioni di svago e tempo libero, trascorrendo più tempo tra le mura domestiche».

Secondo l’analisi di NielsenIQ, nel nostro paese si possono riscontrare due macro-tendenze. La prima riguarda la relazione ormai indissolubile tra consumi e reddito. La seconda ha ancora una volta a che fare con il progressivo invecchiamento della popolazione italiana.

Le famiglie giovani con figli tendono a risparmiare più di quelle che hanno una età avanzata, che hanno più reddito, in prospettiva, dei giovani. Ma qui potrebbe emergere una nuova e inaspettata tendenza: il trasferimento di risorse interfamiliari, per gli acquisti. Dai meno giovani ai più giovani.

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