La Nuova Sardegna

Sassari

L’inchiesta

Abusi sessuali su una bambina di 7 anni, la Procura di Sassari indaga l’ex patrigno

di Nadia Cossu
Abusi sessuali su una bambina di 7 anni, la Procura di Sassari indaga l’ex patrigno

I fatti risalirebbero a 14 anni fa, l’uomo era sposato con la madre della vittima. La giovane ha trovato il coraggio di denunciarlo solo quando il matrimonio è finito

04 maggio 2024
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Sassari Il sospetto degli inquirenti è che quell’uomo possedesse materiale pedopornografico e magari che filmasse anche i momenti in cui abusava sessualmente della figlia della sua compagna. E proprio per accertare questa eventualità il pubblico ministero Elisa Succu – titolare dell’inchiesta – ha disposto il sequestro di telefonini, pc, macchine fotografiche, web cam. E ha iscritto nel registro degli indagati il nome di un 43enne dell’hinterland di Sassari con l’accusa di violenza sessuale.

Abusi che sarebbero stati commessi ai danni di una bambina che all’epoca dei fatti aveva appena 7 anni e che viveva sotto il suo stesso tetto. Era infatti la figlia della donna che lui aveva sposato. Oggi, quella bambina è una ragazza, ha 21 anni e ha trovato il coraggio di denunciare quello che le era successo soltanto dopo che il matrimonio tra sua madre e il suo patrigno è terminato. Come se, da figlia, avesse sentito l’esigenza di sapere che il sentimento della propria madre per quell’uomo che aveva sposato molti anni prima si fosse definitivamente consumato. Esaurito. Un’attesa lunghissima che ha purtroppo contraddistinto e turbato per tanto tempo le sue giornate da bambina e, in seguito, quelle da adolescente.

Poi la coppia si è separata e la giovane – che evidentemente non sopportava oltre quel fardello – ha deciso di andare dai carabinieri e raccontare ogni cosa. Uno sfogo liberatorio e dettagliato, arrivato dopo quasi quindici anni, raccolto dai militari che hanno poi inoltrato il fascicolo agli uffici della Procura di Sassari. Nel racconto della 21enne potrebbero essere emersi alcuni particolari che hanno convinto il magistrato Succu a firmare un decreto di perquisizione personale e locale all’esito del quale sono stati sequestrati diversi apparecchi elettronici e anche altri oggetti.

Esiste un “fondato motivo” – per il sostituto procuratore di Sassari – di ritenere che “all’interno del telefono cellulare, del personal computer ma anche di altri dispositivi informatici in possesso o in uso dell’indagato, siano presenti foto e video con contenuto sessualmente esplicito ritraenti minori o persone riprese senza consenso”. Così come elementi a carico del 43enne avrebbero potuto trovarsi nell’abitazione e nei veicoli di sua proprietà. Ed ecco perché anche in questi luoghi è stata estesa la perquisizione.

L’obiettivo della Procura è accertare l’attendibilità dei riscontri. Verificare quanto le dichiarazioni rese dalla presunta vittima trovino conferma nel materiale contenuto all’interno dei dispositivi in sequestro e adottare i successivi provvedimenti. All’uomo, tutelato dall’avvocato Antonio Secci, è contestato il reato previsto dagli articoli 609 bis e 609 ter (comma 2) del codice penale: ossia violenza sessuale aggravata dall’aver commesso il fatto su una persona che non aveva compiuto 10 anni di età. Circostanza che, nel caso in cui venga accertata la responsabilità dell’indagato, prevede la reclusione a partire da sette e fino a quattordici anni.

Le indagini sono appena state avviate e bisognerà quindi attendere che si concluda il lavoro degli inquirenti (soprattutto gli accertamenti “tecnici”) prima di conoscere quali saranno le conseguenti azioni della Procura.

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