Telefonini in carcere a Nuoro, condannati tutti gli imputati
Pene più severe al detenuto camorrista, alla sorella e all’agente penitenziario di Siniscola
Nuoro Si è chiuso con dieci condanne il processo con rito abbreviato sull’inchiesta per il traffico di telefonini trovati all’interno del carcere nuorese di Badu’e carros. Gli imputati, difesi dagli avvocati Stefano Stochino, Roberto Corrias, Adriano Catte, Francesco Manai e Marcello Caddori, erano accusati a vario titolo di corruzione e ricettazione. «Io non ho minacciato nessuno» ha detto l’imputato campano, Vincenzo Mele che ha chiesto di rilasciare dichiarazioni spontanee prima che il gup Mauro Pusceddu si ritirasse per due ore in camera di consiglio, per poi leggere il dispositivo della sentenza, contenente pene più severe rispetto a quelle richieste dal pubblico ministero Andrea Ghironi.
Il massimo della pena: 10 anni, 4 mesi e 20 giorni di reclusione, è stata inflitta a Mele. A seguire: 6 anni, due mesi e 20 giorni all’assistente capo della polizia penitenziaria di Siniscola, Salvatore Deledda e alla sorella dell’imputato campano, Carmela Mele. Un anno, 9 mesi e 10 giorni di reclusione sono stati inflitti a Gennaro Sautto; 2 anni, 4 mesi e 27 giorni ad Agostino Ciccarelli e Pietro Desiderio; 3 anni e 20 giorni a Vito Catacchio e Francesco Caldarola.
Riqualificazione del fatto con la concessione delle attenuanti generiche per Fabrizio Manca, condannati a 8 mesi di reclusione. Vincenzo Marchio era stato l’unico del gruppo ad aver scelto di patteggiare 1 anno e 8 mesi.
Alla fine della requisitoria, la pubblica accusa aveva sollecitato condanne da un massimo di 9 anni e 4 mesi – per il detenuto e destinatario dei telefonini, Vincenzo Mele – a un minimo di un anno e otto mesi per indagati minori. In particolare aveva chiesto 5 anni e 4 mesi per Carmela Mele, così come per l’agente penitenziario di Siniscola. Quindi 2 anni e 4 mesi, per gli imputati accusati di ricettazione: Agostino Ciccarelli, Vincenzo Marchio, Fabrizio Manca, Pietro Desiderio, Vito Antonio Catacchio e Francesco Caldarola. Infine 2 anni per Gennaro Antonio Sautto.
L’inchiesta della Procura di Nuoro, partita nel 2022 a seguito della segnalazione di un agente di polizia penitenziaria, in servizio nel carcere nuorese, era culminata, qualche mese dopo l’evasione del boss della Sacra Corona unita, Marco Raduano, con l’arresto di Salvatore Deledda e di Carmela Mele che, a partire dal luglio del 2022, e per tutti i sei mesi successivi, avrebbe fatto arrivare all’allora assistente capo della polizia penitenziaria pacchi sigillati che spediva da Napoli, con all’interno telefonini e sim, intestate a cittadini indiani e senegalesi.
In quei mesi nel carcere nuorese erano stati fatti entrare in modo illecito ben 21 telefonini, e per ognuno di quegli apparecchi Deledda, avrebbe percepito 200 euro. Le motivazioni verranno depositate tra 90 giorni. I difensori degli imputati hanno già annunciato il ricorso in appello. (k.s.)