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Nuoro

Tribunale

La casa invasa dalle tarme: condannata la ditta della lana isolante

di Simonetta Selloni
La casa invasa dalle tarme: condannata la ditta della lana isolante

Nuoro, il proprietario dovrà essere risarcito

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Nuoro La lana di pecora utilizzata come isolante per una casa in teoria totalmente ecosostenibile, si era rivelata “abitata” da migliaia di lepidotteri; al punto da rendere invivibile l’appartamento, che i proprietari dovranno smantellare per un risanamento radicale. Quel materiale, noto come Edilana, e in particolare il tipo “Mat 3 D40”, applicato nell’intercapedine delle pareti perimetrali, dei tramezzi e del tetto dell’abitazione, ha portato per la seconda volta la ditta produttrice, la Tessile Crabolu srl di Bitti, a esser condannata al risarcimento dei danni al proprietario dell’appartamento. La Corte d’appello di Cagliari - sezione distaccata di Sassari - ha confermato la pronuncia del Tribunale di Nuoro, che aveva dato ragione a Matteo Cara, noto geografo e naturalista di Nuoro, e condannato la ditta Tessile Crabolu Srl di Bitti a risarcire il danno, quantificato in circa quarantamila euro, oltre alle spese legali. Cara era assistito dagli avvocati Paolo Solinas e Filomena Masuri, mentre la Tessile Crabolu era assistita dall’avvocato Ivano Iai. Una situazione paradossale, quella in cui si era trovata la famiglia Cara, che aveva deciso di utilizzare per ristrutturare casa un materiale che nell’isola aveva destato grande attenzione, anche perché era stato ideato e prodotto in Sardegna.

Lana di pecora - quindi in teoria un prodotto assolutamente ecocompatibile - che avrebbe dovuto garantire una coibentazione naturale, proteggendo la casa dal caldo estivo e dal freddo invernale. La scelta del materiale, per Cara, molto noto per la sua grande attenzione nei confronti della natura, era ricaduta proprio sul prodotto, per l’isolamento dell’appartamento nel quale lui e la sua famiglia avevano scelto di abitare, nel pieno centro del capoluogo. Isolamento termico e acustico: tanto più che nella scheda del prodotto, la lana di pecora sarda veniva descritta “senza additivi, senza allergeni, atossica, non irrita la pelle, non attaccata da tineola bisselliella”.

Tutto questo accadeva nel 2013. Conclusi i lavori, la soluzione scelta per la coibentazione aveva iniziato a mostrare sorprese incredibili. E per nulla piacevoli: il rivestimento si era rivelato infestato da lepidotteri, proprio della specie tineola bisselliella, le tarme dei tessuti. Le tarme diventando farfalline secondo il loro naturale ciclo vitale, hanno una riproduzione rapidissima e il risultato è stato che la casa di Cara si è letteralmente trovata invasa da migliaia di lepidotteri. Con conseguenti polveri prodotte dalle ali, ma anche dal progressivo sgretolamento del materiale. Che, manco a dirlo, ha comunque perso il suo potere isolante. Nel processo di primo grado, concluso nel 2022 a Nuoro, il consulente della Tessile Crabolu Srl, aveva anche dichiarato che il materiale veniva impregnato di insetticida, in barba alla dichiarazione di assenza di additivi, allergenti e di atossicità. In ogni caso, la Crabolu Srl, ditta produttrice - come dichiarato nella scheda del prodotto che recita: “sito di produzione: Stabilimento tessile Crabolu” di Bitti (Nuoro) - non ha fornito la prova, richiesta dal Codice del Consumo, che il difetto del materiale, cioè l’infestazione di lepidotteri, non esisteva nel momento in cui il prodotto veniva messo in circolazione. E la consulenza tecnica d’ufficio non ha escluso che il prodotto presentasse una infestazione latente presente nel mateiale, prima della posa. Vinta la causa, alla famiglia Cara non resta ora che un trascurabile adempimento: smantellare la casa, e renderla praticabile.

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