La Nuova Sardegna

Olbia

Il fenomeno

Nel borgo affitti brevi e prezzi alle stelle: adesso le famiglie vanno via

di Carolina Bastiani
Nel borgo affitti brevi e prezzi alle stelle: adesso le famiglie vanno via

San Pantaleo sempre più un paese a 5 stelle. Solo quattro iscritti: chiude la scuola dell’infanzia

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San Pantaleo Del paese ordinario ha sempre avuto ben poco. La sua geografia è speciale, così come l’atmosfera che si respira, fortemente rappresentativa della Gallura più genuina, ma con uno sguardo aperto sul mondo. È stato set di diversi film, come El Che Guevara o Eutanasia di un amore. Ha accolto (e accoglie) personalità singolari del mondo dell’arte e della moda. Attrae turismo d’élite, ma anche quello di massa. Conta poco più di 600 abitanti, ma sconta le criticità di città come Firenze. La sua piazza e i vicoletti attorno, che ospitano il celebre mercato estivo, ormai sono perlopiù abitati da fiorenti attività commerciali. Tra le sue stradine si è prepotentemente radicato il fenomeno degli affitti brevi e i prezzi degli immobili sono saliti alle stelle. Per farla breve, San Pantaleo, frazione di Olbia, è un paese sempre più turistico e sempre meno residenziale e cresce il rischio che in futuro vivrà solo in estate. Il segnale più visibile dell’emergenza in corso è l’imminente chiusura della scuola dell’infanzia. A riguardo, è intervenuta Sabrina Serra, vicesindaca e assessora alla Cultura e alla Pubblica istruzione del Comune di Olbia.

Concause. Era in pericolo ormai da qualche anno, ma questa volta sembra aver passato il punto di non ritorno. La scuola dell’infanzia di San Pantaleo, infatti, ha racimolato solo quattro preiscrizioni e il minimo per rimanere aperta è di sette. Diverse le concause, appunto. Vittima come altre località dell’inesorabile calo demografico – l’isola è maglia nera in Italia e a settembre si presenterà con 5.171 alunni in meno rispetto all’anno precedente – San Pantaleo paga anche per altre ragioni. Benché sia sempre stato un paese attrattivo proprio per le sue peculiarità, il boom turistico che lo ha travolto negli ultimi quindici anni sta inevitabilmente provocando dei mutamenti profondi. Mutamenti che coinvolgono, prima di tutto, la possibilità di viverci. E infatti, mentre l’innalzamento del costo degli immobili rende difficile l’acquisto di un’abitazione, il radicato fenomeno delle locazioni turistiche rende impossibile affittarla, premiando turisti o proprietari di seconde case e allontanando famiglie, coppie e persone che lì vorrebbero stabilirsi tutto l’anno. San Pantaleo, da questo punto di vista, si pone in controtendenza anche rispetto ad altre piccole frazioni di Olbia come Berchiddeddu o ai Comuni a lei vicini, tra cui Loiri, Monti e Telti, che riassorbono il flusso di persone in uscita dal centro maggiore (e di nuovo, la causa sono gli affitti brevi). Chi rimane ai piedi del Balbacana, dunque, spesso riesce a farlo solo perché possiede una casa di famiglia. E gli attuali residenti si concentrano soprattutto nelle zone “periferiche” del paese, al di fuori di un centro ormai riservato a bar, ristoranti, negozi di abbigliamento, gioielli e gallerie d’arte. Attività che, nella maggior parte dei casi, in autunno entrano in letargo, contribuendo a delineare un contesto sempre più simile a quello di borghi come Porto Cervo o Porto Rotondo.

La scuola. Eppure, alla base della chiusura della scuola di San Pantaleo c’è ancora un’altra causa. Il paese, infatti, si trova a pagare anche la perifericità rispetto al Comune di Olbia. E come spiega l’assessora Serra, nonostante il dispiacere, è una rotta difficilmente invertibile. «Quattro è un numero decisamente basso per poter comporre una classe. Non darebbe benefici nemmeno a livello educativo – spiega – e quindi l’ufficio scolastico provinciale ha dovuto tagliare l’organico». «San Pantaleo – continua Serra – è una frazione lontana dal resto della comunità, perciò è difficile che ci si iscriva lì apposta. Chi lo fa, solitamente vive in paese o nelle campagne limitrofe». Difficile anche incentivare nuove iscrizioni da zone relativamente vicine come Cugnana, per esempio, perché si incapperebbe nel dilemma della coperta troppo corta. «I bambini da lì vanno a Porto Rotondo, che è comunque una realtà scolastica piccola». Ai genitori dei quattro bambini iscritti a San Pantaleo, dunque, non resta che scegliere tra Olbia, Porto Rotondo, Arzachena o Abbiadori. Quest’ultima, in generale, sembrerebbe essere la scelta più gettonata. Le sue scuole medie, infatti, data la loro vicinanza, sono già frequentate da molti alunni provenienti dal paese. «Certo è che ci dispiace – aggiunge l’assessora – oltretutto quella di San Pantaleo è una scuola su cui sono stati fatti degli investimenti, come la realizzazione del nuovo parco esterno. Purtroppo, però, bisogna prendere atto dell’assenza oggettiva di margini di azione». Decisivi, comunque, potrebbero essere i prossimi mesi. «Se ci saranno degli incrementi nelle iscrizioni – conclude Serra – si potrà pensare all’attribuzione delle docenze». Intanto, almeno la scuola primaria rimarrà aperta anche per l’anno scolastico 2025/2026.

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