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Olbia, Pediatria ancora a rischio chiusura: i medici in supporto coprono solo un turno

Olbia, Pediatria ancora a rischio chiusura: i medici in supporto coprono solo un turno

L’emergenza organici non è risolta. Gli specialisti mandati da Tempio sono andati in ferie

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Olbia La tregua è durata un solo turno. I due pediatri arrivati in emergenza da Tempio per evitare la chiusura del reparto di Pediatria dell’ospedale Giovanni Paolo II hanno garantito il servizio un’unica volta. Poi, sabato 6 settembre, chi avrebbe dovuto presentarsi non si è visto. E da questa settimana entrambi gli specialisti – irraggiungibili anche al telefono – risultano in ferie. Risultato: il reparto è piombato di nuovo in una condizione di precarietà allarmante.

Il primario, Angelo Attene, ha continuato a reggere il peso dell’assistenza con turni prolungati, arrivando anche a 48 ore consecutive, affiancato soltanto da uno specializzando. Il resto del personale è ridotto ai minimi termini: in organico restano tre medici strutturati e un libero professionista, ma quest’ultimo si trova all’estero per motivi familiari, una pediatra è in malattia e un’altra in congedo 104. Due gli specializzandi, uno dei quali indisponibile, che comunque non possono lavorare in autonomia.

Senza rinforzi, il rischio è che la Pediatria debba chiudere i battenti, con conseguenze pesantissime: i piccoli pazienti finirebbero in carico al pronto soccorso, già in sofferenza, e il punto nascita sarebbe inevitabilmente compromesso. Senza la presenza del pediatra in sala parto, infatti, nessun neonato può nascere in sicurezza, né con parto naturale né con cesareo.

La soluzione tampone decisa nei giorni scorsi dalla Asl Gallura, di concerto con l’assessorato regionale alla Sanità, si è rivelata dunque lampo e insufficiente. «La situazione è drammatica – denunciano tra le corsie –. Qui si deve trovare subito una vera soluzione. Se non c’è reale disponibilità a coprire i turni, come è accaduto con i due specialisti tempiesi, allora si vadano a cercare medici dove ce ne sono in abbondanza. Non si può perdere altro tempo, altrimenti sarà inevitabile sospendere il servizio».

Poche ore prima dell’arrivo dei due pediatri da Tempio, era stato il vicepresidente del consiglio regionale Giuseppe Meloni a lanciare l’allarme: «È inconcepibile e inaccettabile che proprio nel nord-est Sardegna, la parte dell’isola con il più alto numero di nascite e in costante crescita, si debba arrivare a un passo dalla chiusura della Pediatria». Meloni aveva sollecitato una mobilitazione immediata, interfacciandosi con l’assessore regionale Armando Bartolazzi e con i vertici dell’Asl per reperire specialisti disponibili.

Qualcuno, nei corridoi del Giovanni Paolo II, aveva fatto notare il paradosso: a Lanusei risultano in servizio cinque pediatri, nonostante non ci sia né il punto nascita né il reparto di degenza.

Il 3 settembre scorso, giorno in cui il reparto è stato “salvato” dalla chiusura, la direzione della Asl aveva emesso una nota con la quale ha voluto «rassicurare i cittadini: il servizio della Pediatria non subirà interruzioni o chiusure. La direzione aziendale sin dal suo insediamento è al lavoro per trovare soluzioni alle gravi carenze di personale specializzato in questo settore, che sono purtroppo comuni a quelle di tutte le Asl della Sardegna». Ieri, però, si è ripresentata l’emergenza. E adesso si attendono nuovi e immediati rinforzi. (s.p.)

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