Oristano, scuole al freddo e chiuse, «ma non è colpa del metano»
La società Medea risponde al Comune: «La conversione della rete era possibile in estate con largo anticipo»
Oristano La verità imbarazzante sulla crisi del gelo che ha bloccato le scuole non arriva dall’amministrazione Sanna, ma direttamente dalla società di distribuzione del gas, Medea. La spiegazione della transizione energetica non regge. La Medea svela: «Il metano è già fruibile dallo scorso maggio, momento in cui è avvenuta la conversione della rete, in largo anticipo sulla stagione termica». Il verdetto è inappellabile: il non funzionamento del riscaldamento in alcune scuole cittadine sarebbe unicamente legato al «mancato adeguamento delle reti e degli impianti interni degli edifici in tempo utile».
La nota ufficiale inchioderebbe il Comune, evidenziando che il problema è da attribuire a ritardi altrui. Sono ormai tre i giorni di chiusura forzata alla secondaria Leonardo Alagon e alla primaria di via Solferino. L’ordinanza di stop alle lezioni è stata firmata solo lunedì dal sindaco Massimiliano Sanna, che ha agito dopo aver ricevuto la comunicazione del guasto in ritardo, nonostante le squadre di tecnici fossero al lavoro da giorni. Alunni e studenti erano stati, fino ad allora, costretti a lezioni al fresco.
Una condizione che prosegue indisturbata in altri plessi: continuano a passare le ore con temperature basse gli alunni della scuola dell’infanzia di via Diaz – inspiegabilmente non toccata dall’ordinanza di chiusura –, dell’ex Frassinetti e della media piazza Manno, che fanno lezione con giubbotti e cappotti. Gli assessori Simone Prevete (Istruzione) e Gianfranco Licheri (Lavori pubblici) hanno cercato di spiegare la situazione, ammettendo che le criticità maggiori sono emerse in via Solferino e alla Alagon, dove si è reso necessario sostituire pezzi di tubazioni e intere porzioni di impianto perché incompatibili con il metano. L’incertezza regna sovrana: la fine dei lavori è legata a un ottimistico «forse oggi stesso», ma senza garanzie ufficiali.
Nel frattempo, i genitori degli alunni rimasti a casa sono esasperati e continuano a monitorare l’Albo Pretorio del Comune, unica fonte ufficiale in grado di notificare la revoca dell’ordinanza e la ripresa delle lezioni. Paradossalmente, il chiarimento secco e inequivocabile di Medea fornisce una risposta all’interpellanza urgente che era stata presentata dall’opposizione di centrosinistra – prima firmataria la consigliera Carla Della Volpe –. I consiglieri avevano già puntato il dito sul ritardo e sulla responsabilità, sottolineando con forza: «È compito dell’amministrazione garantire condizioni adeguate di sicurezza, salubrità e comfort all’interno degli edifici scolastici». Ma l’opposizione, che aveva colto nel segno, chiedeva anche di sapere «Se tali criticità fossero già note all’amministrazione e, in caso affermativo, perché non si sia intervenuto in tempo utile per prevenire la chiusura delle scuole».
