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Il caso

Sassari, il corso di teoria queer diventa un caso nazionale: scontro alla Camera e un deputato espulso

di Luigi Soriga
Sassari, il corso di teoria queer diventa un caso nazionale: scontro alla Camera e un deputato espulso

Il parlamentare leghista Rossano Sasso chiede alla ministra Anna Maria Bernini di riferire in aula

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Sassari Il corso “Teorie Queerdell’Università di Sassari è diventato un caso nazionale ed è approdato anche in Parlamento scatenando una bagarre. Sei interventi, e un esponente del M5s espulso dall’aula dal presidente della Camera.

Tutto perché il deputato leghista Rossano Sasso, capogruppo in commissione Cultura, Scienza e Istruzione ieri mattina è intervenuto nell’ambito delle informative urgenti, chiamando in causa la ministra dell’Università Anna Maria Bernini. «Chiedo che venga in aula a riferire se condivida il fatto che in un ateneo venga elevata a materia d’esame la cosiddetta “teoria queer” che non ha alcuna base scientifica, ma bensì ideologica». Sasso ha poi letto testualmente un passaggio contenuto all’interno del libro “Elementi di critica omosessuale” di Mario Mieli, ricompreso tra le dispense da studiare per prepararsi all’esame. «Vorrei capire cosa c'è di scientifico – ha detto Sasso – in un libro che sdogana e beatifica la pedofilia. Lo trovo schifoso e aberrante».

Anche l’Ateneo di Sassari, però, ha un invito, e stavolta è rivolto al parlamentare leghista: «Ci farebbe molto piacere – dice il direttore del Dipartimento di Giurisprudenza Michele Comenale Pinto – se il deputato Rossano Sasso venisse a trovarci e constatasse di persona come lavora il nostro Dipartimento. La didattica è improntata sempre sul pluralismo di vedute e su un approccio critico. Confido e sono sicuro che il docente Federico Zappino non sia da meno. Si tratta di un filosofo di nota fama, che ha scritto molti libri, che ha ottenuto dei riconoscimenti internazionali ed è uno dei massimi esperti sulle teorie gender. Oltre ad essere una persona molto garbata e intelligente. Non esiste alcuna apologia della teoria Queer. Sono sicuro che si tratta di un enorme equivoco, probabilmente generato dalla denominazione stessa del corso. Un titolo più sobrio, probabilmente, non avrebbe generato questa tempesta in un bicchiere d’acqua. D’altronde i primi che non hanno avuto niente da eccepire sui contenuti del corso, sono gli stessi studenti. Ho avuto modo di chiedere un loro parere, e hanno speso solo parole positive».

Da parte del Dipartimento, naturalmente, non ci sarà alcuna iniziativa riguardo il corso: «Non siamo una organizzazione militaresca, e il dipartimento non ha alcuna competenza nel valutare i contenuti del corso e le scelte del docente, che saranno coerenti con la materia insegnata. Voglio precisare che si tratta di una materia opzionale proposta nell’offerta di Scienze Politiche, e che mi risulta che il corso abbia ottenuto numerose adesioni».

Sicuramente ha avuto una enorme risonanza mediatica, e lo confermano anche i numerosi interventi che si sono susseguiti in aula. Barbara Polo (Fi), «preoccupata in quanto mamma», si allinea al collega Sasso nella richiesta di chiarimenti al ministro. Indignati invece gli esponenti del Ms5, tra i quali l’espulso Antonino Iaria e Antonio Caro. La cagliaritana Francesca Ghirra di Avs, ha chiesto di poter regalare “Vita di Galileo di Bertold Brecht”, perché sappia quanta quanta cecità e quanto dolore può generare la pretesa di una autorità politica di controllare studiosi e studiose». Federico Fornaro del Pd invece ha citato l’art 33 della Costituzione, che dice che le scienze e l’arte sono libere, e libero ne è l’insegnamento. Solo i regimi totalitari censurano il pensiero». Elisabetta Piccolotti (Verdi) difende i docenti: «Inammissibile che la politica li additi e li intimorisca se non si allineano all’ideologia della maggioranza».

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