La Nuova Sardegna

Le conseguenze del gioco

L’isola dell’azzardo: in un anno i sardi hanno speso 3,7 miliardi di euro

di Paolo Ardovino
L’isola dell’azzardo: in un anno i sardi hanno speso 3,7 miliardi di euro

La cifra è quasi raddoppiata rispetto ai dati del 2022. Sul gioco online l’ombra del riciclaggio del denaro sporco. Tra i capoluoghi svetta Cagliari con 2.287 euro pro capite seguita da Oristano (2.025) e Sassari (1.973)

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Sassari Il giro di affari è enorme, «sembra un’economia parallela» che muove il Pil più della filiera del turismo, settore di punta tutto italiano, per dire. Il gioco d’azzardo con slot machine al bar o davanti alle app di poker e giochi o ancora con scommesse e lotterie, frutta miliardi di euro. Per l’esattezza, nel 2023, dove si ha il quadro più recente, la spesa per il gioco d’azzardo in Sardegna supera i 3,7 miliardi di euro.

Questa è la stima «per difetto» secondo i report della fondazione Isscon di Federconsumatori nazionale in collaborazione con Cgil. Gli studi pubblicati, sulla base dei dati forniti dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli, sono due: un report sui piccoli Comuni e un “libro nero” dell’azzardo che parla di dipendenza e mafie. Dietro al divertimento della scommessa, si nasconde (neanche troppo) il riciclo di soldi. Nell’isola il 62% del gioco avviene online (2,9 miliardi circa) che comprende betting exchange, giochi numerici a totalizzatore, bingo, giochi a base ippica o sportiva, lotterie, poker cash, il resto dai totem e dalle slot machine a cui si può accedere in maniera fisica. «Prendendo la fascia di persone dai 18 ai 74 anni – spiega Massimiliano Vigarani, ricercatore statistico, consulente per Federconsumatori e Isscon –, nell’ultimo anno nell’isola registriamo una media pro capite regionale di 1.969 euro giocati».

È il primo dato che fa strabuzzare gli occhi. Un’impennata preoccupante rispetto al 2022, dove la somma delle raccolte di vincite e perdite su gioco d’azzardo fisico e online arrivava a poco più di 2,1 miliardi di euro. Ma è un trend in crescita su scala nazionale, tanto che lo studioso arriva a dire che «secondo le stime, la spesa per il gioco d’azzardo nel 2025 pareggerà quella per il cibo». Oggi carne o pesce e domani 1x2. Sui focus nei Comuni, i ricercatori della fondazione Isscon hanno raccolto le spese per quanto riguarda gli accessi alle piattaforme web.

Tra i capoluoghi di Provincia svettano Cagliari con 2.287 euro spesi in media a persona in un anno, Oristano con 2.025 euro e Sassari con 1.973 euro. Incredibile, piuttosto, il dato sui piccoli Comuni (da 2mila a 9,9mila abitanti), dove tre paesi sardi entrano nella top 100 italiana: a Pozzomaggiore si registrano 8.289 euro di spesa pro capite, a Castelsardo 4.258 euro e ad Arborea 3.961 euro. Tra i Comuni sopra i 10mila abitanti il primato va a Siniscola, con una spesa media di 3.626 euro. Non è tutta sorte quella che luccica. Tra le tabelle del report nazionale, le percentuali elevate di vincite – in tutte le regioni variano da 94,5% a 95,0% – rispetto alle perdite, fanno sollevare qualche dubbio.

«Ma l’evidenza statistica più anomala sta in grandi fluttuazioni di giocate da un anno all’altro negli stessi comuni, che decuplicano o si dimezzano», spiega Massimiliano Vigarani. Spiegabile, dice, con gli accessi a internet nascosti effettuati tramite reti Vpn, che geolocalizzano il server in altri luoghi rispetto a dove ci si trova. E viene fuori così il grande tema sommerso del gioco d’azzardo: «Recentemente la Corte dei conti ha messo in relazione il volume di giocate con le entrate allo Stato, davvero scarse. Il gioco d’azzardo online è un sistema perfetto per il riciclaggio di denaro sporco, per la possibilità di giocare a qualsiasi ora. Poi si sono sviluppati giochi dove il banco non è tenuto dalla piattaforma ma dagli utenti stessi», e così è più facile fare accordi e organizzare vittorie a tavolino.

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