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Addio a Sandro Murgia, la comunità degli emigrati in lutto


	Sandro Murgia e Bastianino Mossa
Sandro Murgia e Bastianino Mossa

Il presidente della Fasi, Bastianino Mossa: «Da Anela a Piossasco, un caro amico che ha sempre amato la famiglia e la Sardegna»

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Piossasco (Torino) Dolore e sconcerto «per la scomparsa dell’amico Sandro Murgia, compagno di gioventù spensierata, di partite di pallone e di derby infuocati tra Anela e Bultei, di carnevali e di feste di San Damiano e Santa Margherita che restano impressi nella memoria. Ci eravamo ritrovati, quarant’anni dopo, come dirigenti della Fasi, del Gremio sardo e del Circolo “Su Nuraghe” di Piossasco». Il presidente della Fasi, Bastianino Mossa, ricorda così una delle figure sarde che tanto hanno dato al mondo degli emigrati in Piemonte. Scomparso all’improvviso nei giorni scorsi, all’età di 63 anni, Sandro Murgia, goceanino di Anela, era componente del direttivo del Circolo dei sardi della cittadina alle porte di Torino.

«Era rinata da subito una stima reciproca infinita, fatta di amicizia, di ricordi e di sincero affetto – va avanti Mossa –. Sandro ammirava profondamente l’impegno che mettevo nella guida della Federazione e non mancava mai di incoraggiarmi ad andare avanti, con parole sincere e affetto incondizionato. Era orgoglioso della nostra amicizia, ne parlava con fierezza, e teneva tantissimo al suo circolo, dove si spendeva con generosità e passione».

«Sandro andava fiero della possibilità che, da vecchi amici d’infanzia e di gioventù, potessimo ancora una volta fare qualcosa insieme per la comunità sarda di Piossasco – aggiunge il presidente della Federazione delle associazioni sarde in Italia –. Ci univa la passione per il calcio, per il Cagliari e per la Sardegna. Memorabili i momenti condivisi con i nostri beniamini in occasione di Juventus-Cagliari a Torino, e quelli della conferenza al Museo Egizio con la Fondazione Mont’e Prama e gli altri circoli del Piemonte. Un amore sconfinato per la sua terra, per la sua Anela, e soprattutto un grande voler bene alla sua famiglia: a Rossana e alla figlia Alessia, per le quali aveva parole di tenerezza e orgoglio».

«Da marito e padre premuroso, rappresentava con naturalezza i valori più belli della nostra sardità. La foto in bonette dice tutto: l’orgoglio di essere sardo, di appartenere a una comunità, di portare dentro di sé le proprie radici» chiude Bastianino Mossa. «Assieme alle comunità dei circoli del Piemonte e di Piossasco, ti rendiamo onore anche a nome di chi non ti ha conosciuto ma che oggi sentiamo di rappresentare, sotto il nostro stendardo della Fasi. Un grande abbraccio, Sandro. Ti voglio e ti vogliamo bene. A nos bidere in chelu!».

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