La Nuova Sardegna

La protesta

Scuola e università si fermano martedì 4 novembre: sciopero nazionale

Scuola e università si fermano martedì 4 novembre: sciopero nazionale

È stato indetto da Sisa e Osservatorio contro la militarizzazione. L’astensione dal lavoro durerà l’intera giornata e potrebbe causare disagi a studenti e famiglie

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Sassari Uno sciopero nazionale che coinvolgerà scuole e università in tutta Italia è previsto domani, martedì 4. La protesta, proclamata dal sindacato Indipendente scuola e ambiente (Sisa) e dall’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, è stata confermata dal Ministero dell’Istruzione e del Merito con un avviso ufficiale del 28 ottobre. L’astensione dal lavoro durerà l’intera giornata e potrebbe causare disagi a studenti e famiglie.

Chi aderisce Lo sciopero interessa tutto il comparto dell’istruzione. Nelle scuole di ogni ordine e grado potranno aderire docenti, dirigenti scolastici e personale Ata – amministrativo, tecnico e ausiliario – sia con contratto a tempo indeterminato che determinato. La mobilitazione si estende anche al settore universitario e coinvolge personale tecnico e amministrativo, bibliotecari, assegnisti e ricercatori, oltre a docenti a contratto e borsisti.

Le rivendicazioni del sindacato Il Sisa motiva la protesta con una piattaforma di richieste che tocca sia gli aspetti contrattuali e retributivi, sia le riforme strutturali del sistema scolastico.

Tra i punti principali:

  • Abolizione del concorso per dirigente scolastico e introduzione di una figura elettiva scelta dal collegio docenti;
  • Assunzione su tutti i posti vacanti per docenti e personale Ata;
  • Creazione di un ruolo unico docente con pari orario e salario in ogni grado di istruzione;
  • Aumento del 20% netto degli stipendi per recuperare il potere d’acquisto eroso dall’inflazione;
  • Introduzione dello studio delle lingue arabo, russo e cinese nelle scuole secondarie;
  • Pensione anticipata ope legis dal 2026/2027 per il personale con invalidità dal 67% al 100% e almeno trent’anni di servizio, con penalità del 2,5% per ogni anno mancante ai 40.

L’Osservatorio contro la militarizzazione, co-promotore dell’agitazione, protesta contro la presenza di personale militare nelle scuole e nelle università e contro i percorsi di alternanza scuola-lavoro realizzati presso caserme o basi militari.

Disagi attesi per famiglie e studenti Durante lo sciopero, le scuole non potranno garantire in anticipo lo svolgimento regolare delle lezioni né la sorveglianza degli alunni. Poiché l’adesione del personale è volontaria, le famiglie dovranno verificare direttamente martedì mattina la presenza dei docenti e l’effettiva apertura delle classi. Sono possibili disagi anche nei servizi di segreteria e nella gestione delle attività amministrative. Nelle università, invece, potranno essere sospese le lezioni, le attività di ricerca e i servizi al pubblico in biblioteche e laboratori.

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