La Nuova Sardegna

Criminalità

Picchiato e accoltellato per 50 euro, studente di 22 anni resterà invalido: arrestati cinque giovanissimi

Picchiato e accoltellato per 50 euro, studente di 22 anni resterà invalido: arrestati cinque giovanissimi

Milano, in carcere 17enni e due 18enni. Il fatto è avvenuto in zona corso Como a Milano

3 MINUTI DI LETTURA





Milano Un ragazzo di 22 anni, oggi paraplegico e destinato a convivere con danni irreversibili agli apparati urologico, intestinale e sessuale, è la vittima di una brutale aggressione avvenuta nella notte tra l’11 e il 12 ottobre 2025 sotto i portici dell’Hotel Una, in zona corso Como a Milano. Cinque giovanissimi – tre minorenni di 17 anni e due diciottenni – sono stati arrestati con l’accusa di tentato omicidio pluriaggravato e rapina, dopo un’indagine serrata coordinata dalla Procura ordinaria e da quella per i minorenni.

Secondo la ricostruzione, il gruppo ha agito con una violenza definita “inusitata” dalla gip Chiara Valori. Alle 3.09 del mattino, una volante della polizia e il 118 trovano il giovane in fin di vita: era stato colpito con calci e pugni mentre era già a terra e accoltellato due volte alle spalle, all’altezza del polmone, durante un tentativo di rapina per una banconota da 50 euro. Le ferite hanno provocato uno shock emorragico da emotorace massivo e lesioni midollari. Il ragazzo è arrivato in ospedale “a un passo dal decesso”, conferma un medico della Terapia Intensiva.

Dopo trasfusioni e due interventi chirurgici, sopravvive ma non ricorda nulla: “Ho solo alcuni flash”, dirà un mese dopo, quando sporge querela dal reparto.

Le indagini e le prove decisive L’inchiesta parte dai racconti di due ragazze presenti alla serata al Play Club di via Montegrappa. Parlano di aggressori “giovani, forse minorenni”, con abiti scuri e uno con un giubbino bianco. Le telecamere di sorveglianza e le perquisizioni nelle abitazioni dei sospettati – quattro italiani e un ragazzo nato in Egitto, tutti residenti nel Monzese – confermano i dettagli: sequestrati cellulari, un coltello e vestiti identici a quelli ripresi nei filmati, tra cui la giacca bianca con cinque bottoni e le scarpe Dior nere con stringhe grigio-nere. Le conversazioni captate dagli investigatori delineano un quadro inquietante.

Prima dell’arresto, i ragazzi si vantano dell’aggressione: «Non so se si vede il video dove lo scanniamo. Voglio vedere se ho picchiato forte», dice uno. Un altro commenta: «Ma speriamo bro’, almeno non parla. Io gli stacco tutti i cavi». In chat progettano fughe all’estero, versioni di comodo per i magistrati («Mi è saltato addosso, ha detto “c’ho un coltello”») e persino gesti di facciata per attenuare le responsabilità: «Lo andiamo a trovare, così sembra che ci dispiace». Ma aggiungono: «In realtà non me ne frega». Alcuni si compiacciono di aver cancellato prove: «Hanno letto le chat, ho fatto bene a farti cancellare i messaggi».

Uno dei minorenni arriva a commentare su TikTok sotto un video politico: «Il settimo non lo hanno ancora scoperto», riferendosi agli accoltellamenti. La gip Valori e la collega per i minorenni, Sofia Caruso, parlano di «compiacimento per la propria azione violenta» e riconoscono il pericolo di reiterazione, inquinamento probatorio e fuga. Per questo dispongono la custodia cautelare in carcere: i tre minorenni all’istituto penale Beccaria, i due maggiorenni a San Vittore. Le accuse sono gravissime: tentato omicidio pluriaggravato, rapina e concorso con minori. Un episodio che riapre il dibattito sulla violenza giovanile e sull’uso dei social come strumento di esibizione criminale.

Primo Piano
Le ricerche

Donna scomparsa a Cagliari, trovato in mare uno zaino: dentro i documenti di Martina Lattuca

Le nostre iniziative