La Nuova Sardegna

L’intervista

Truzzu, FdI: «Bartolazzi alla Sanità? Simpatico ma inadatto. Ora Todde ci spieghi cosa vuole fare»

Truzzu, FdI: «Bartolazzi alla Sanità? Simpatico ma inadatto. Ora Todde ci spieghi cosa vuole fare»

Il capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio regionale commenta l’interim della presidente, parla di finanziaria e di dialogo con la maggioranza

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Cagliari Le opposizioni devono ancora capire i reali contorni del cambio di strategia della Todde sulla Sanità. Interim per diversi mesi e poi assessore che rappresenti la maggioranza e non più la presidente o il M5S. Già questo sarebbe un elemento dirompente per l’asfittico teatro della politica isolana. In attesa dei primi passi della Presidente-assessora (bis), il capogruppo di Fratelli d’Italia, Paolo Truzzu, sconfitto dalla Todde per 3061 voti, interviene sul cambio di responsabilità ricordando lo scenario nel quale l’addio dell’oncologo romano è maturato.

Si aspettava una mossa così repentina e netta?

«Noto per prima cosa che sino a ieri la presidente difendeva Bartolazzi a spada tratta. La nostra mozione che metteva in risalto le difficoltà nella gestione dell’assessorato venne bocciata un anno fa con lo slogan “lasciatelo lavorare”. Adesso se ne è accorta anche lei, e la sua maggioranza. Meglio tardi che mai, ma a pagare sono i sardi. Bartolazzi mi era pure simpatico, persona squisita e gioviale, ma è sulla sua politica che devo giudicarlo. E questa si è rivelata drammaticamente inadeguata».

Cosa rimproverate all’assessore uscente e alla sua giunta più di ogni altra cosa?

«Il deficit di visione. Non ci hanno ancora detto come vogliono organizzare la sanità sarda, posto che i problemi sono complessi, eredità anche del passato e di non facile soluzione come noi abbiamo detto, con onestà in campagna elettorale».

Arriverà a breve la sentenza della Corte sulla riforma del sistema sanitario e i commissariamenti.

«Considerate le precedenti sentenze della Corte, la bocciatura è nei fatti. Anche la difesa in extremis della presidente “qui c’è tanta riforma, altro che nomine e basta” è debole».

Se dalla maggioranza dovesse mai giungervi un invito al dialogo e a lavorare su alcune proposte condivise di riforma, cosa rispondereste?

«Intanto vorrei vederle queste proposte. Se mi chiedono di dialogare, lo faccio, ma con regole chiare e idee adeguate alla gravità del momento. Spacciare la legge in via di bocciatura dalla Consulta come una legge di riforma è offensivo per i sardi, i lavoratori del settore, perché non riforma né riorganizza alcunché».

Mi cita alcuni temi su cui il dialogo è possibile?

«Liste d’attesa però partendo dal principio che la riforma del Cup non è la soluzione di tutti i problemi. Altro tema che mi sembra lasciato cadere è la prevenzione. Il terzo, ma non in ordine di importanza, è la riorganizzazione della sanità territoriale. Su questi temi le riforme sono annunciate. Applicano le proposte del centro-destra: gettonisti, Ascot, incentivi ai medici in zone disagiate».

Finanziaria presto in Commissione. Che fate?

«Ci prendiamo il tempo che serve. Una finanziaria non si può solo ratificare. Va discussa. Ci si può dividere, ma non ci chiedano cambiali in bianco. Se la maggioranza vuole fare il muro contro muro ne prendiamo atto».(gcen)

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