La Nuova Sardegna

La politica

Egas, il Pd non arretra e dice no alla presidenza Albieri

di Giuseppe Centore

	La governatrice Alessandra Todde e Silvio Lai, segretario Pd
La governatrice Alessandra Todde e Silvio Lai, segretario Pd

Si rischia «l’instabilità istituzionale». Dalla direzione Dem pieno mandato al segretario Silvio Lai

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Cagliari Un ginepraio procedurale dentro a una incognita amministrativa, a sua volta avvolto da uno scontro politico. La somma di questi elementi porta a una imbarazzante incognita: come si concluderà il braccio di ferro tra la presidente Alessandra Todde e il Pd sulla riconferma di Fabio Albieri a Egas? I Dem martedì 9 dicembre hanno svolto una lunga direzione regionale.

Di Sanità un solo passaggio: «Pieno sostegno alla presidente, il suo interim in una fase delicata è un gesto di responsabilità». Egas è stata al centro del confronto. Alla fine si è votato all’unanimità per dare mandato pieno al segretario Silvio Lai a mantenere ferma la posizione già espressa nei giorni scorsi. «Dobbiamo lasciare piena autonomia ai sindaci, e il tempo a trovare una intesa unitaria – è scritto in una nota – evitando coinvolgimenti impropri della Regione; oppure assumere una scelta politica di coalizione. Qualsiasi altra strada non risulterebbe comprensibile né ai Comuni né alla coalizione. La direzione ritiene non credibile l’ipotesi che consideri valida un’elezione priva della maggioranza assoluta prevista. Una simile eventualità, che confidiamo non si realizzi, produrrebbe incertezza sulla legittimità degli atti di Egas, aprendo un fronte di instabilità istituzionale contrario all’interesse di Comuni, cittadini e coalizione di governo».

Il Pd, è il senso delle opinioni che si sono alternate nella lunga serata, non può accettare che un sindaco dirigente di un partito di centrodestra (Albieri primo cittadino di Calangianus è anche coordinatore per la Gallura di Sardegna al Centro-20venti) sia eletto alla guida dell’ente di governo del sistema idrico, a maggior ragione con il voto della presidente Todde.

Albieri la settimana scorsa ha avuto cinque voti a favore su 11 componenti il Comitato Istituzionale d’Ambito. Hanno votato per lui, oltre alla Todde i sindaci del centrodestra: Mellino (Nule), lo stesso Albieri, Garau (Capoterra) e Nizzi (Olbia). Gli altri sei si sono astenuti o sono usciti dalla sala. La procedura di elezione del presidente, dopo il voto è stata sospesa. Riprenderà nella mattinata del 10 dicembre con le decisioni che assumerà il consigliere anziano Settimo Nizzi che potrebbe ratificare l’elezione (pur contestata anche dal punto di vista legale dai consiglieri che non hanno partecipato al voto) lasciando l’ultima parola alla presidente Todde che dovrebbe poi decretare la nomina di Albieri. Questo atto sarebbe per il Pd un vulnus non subito sanabile. Risulta che la direzione di ieri abbia enfatizzato la decisione di Todde di votare per un sindaco di centrodestra. Chiederà la presidente ad Albieri un passo indietro dopo la sua nomina per «evitare di governare un Egas spaccato a metà?». Forse, ma conoscendo i rapporti pessimi tra Albieri e il suo ex partito (Albieri è stato anche dirigente dei Dem) c’è da dubitare che questo invito produca l’effetto sperato. È più che probabile che l’ok della presidente ad Albieri sia direttamente connesso alla delibera che lo stesso Albieri, ultimo atto del precedente mandato appena concluso, ha fatto adottare e che evita la gara per l’affidamento del servizio idrico integrato, prorogando la concessione ad Abbanoa sino al 2028 e poi al 2034. Venerdì l’assemblea dei soci di Abbanoa si esprimerà se rimborsare il capitale sociale depositato dalla Regione, passo necessario (ma dovuto?) per impedire che si indica la gara e da gennaio 2026 un altro soggetto gestisca il servizio idrico integrato.

Su questa ingarbugliatissima vicenda societaria, finanziaria e politica, aleggia, mai citata in questi giorni, l’ombra della Corte dei Conti. Perché Abbanoa deve restituire il capitale regionale per evitare la gara? Non poteva partecipare alla gara senza restituire i fondi regionali, con patrimonio adeguato (e non ridotto a meno di 100 milioni), poste di bilancio solide, conoscenza pregressa e know-how del territorio massimo? Una domanda che si pongono anche in Egas, dove non si esclude un cambio di indirizzi nel caso in cui la Commissione Europea aprisse una procedura di infrazione verso la Regione. Nel 2013 la Ue aveva posto come termine ultimo per la restituzione del prestito della Regione ad Abbanoa, quest’anno. Con una eventuale, obbligata, indizione di gara, il castello faticosamente costruito di nomine, assetti e percorsi, crollerebbe. Di schianto.

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