La Nuova Sardegna

Sassari

Corte d’appello

Saluto fascista al funerale del professor Todini a Sassari, il pg chiede 22 condanne

di Nadia Cossu
Saluto fascista al funerale del professor Todini a Sassari, il pg chiede 22 condanne

Nel processo di secondo grado hanno discusso anche i difensori degli imputati: «Fu una cerimonia commemorativa»

25 giugno 2024
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Sassari Ha ribadito le richieste di condanna sollecitate in primo grado (due mesi di reclusione) il procuratore Paolo Piras, applicato ieri 24 giugno 2024 in corte d’appello per il secondo grado di giudizio nei confronti di 22 persone accusate di apologia del fascismo.

Era stato proprio Piras a impugnare il verdetto del giudice Sergio De Luca che nel 2021 aveva assolto gli imputati dall’accusa di aver violato la legge Scelba che all’articolo 5 punisce «chiunque con parole, gesti o in qualunque altro modo compie pubblicamente manifestazioni usuali al disciolto partito fascista».

Il “saluto romano” era stato rivolto il 2 settembre del 2018 verso la bara del professor Giampiero Todini nel sagrato della chiesa di San Giuseppe, accompagnato dal grido “Presente” al richiamo “Camerata Giampiero Todini”. Ma per il giudice De Luca quei gesti «non furono tali, per le loro modalità e per il momento e l’ambiente nei quali furono posti in essere, da costituire in concreto un pericolo rispetto alla ricostituzione del disciolto partito fascista».

Lo scorso gennaio il procuratore Piras aveva chiesto un rinvio dell’udienza in attesa delle motivazioni delle Sezioni Unite della Cassazione su un caso analogo: quello degli 8 imputati che avevano fatto il saluto romano durante un corteo di estrema destra a Milano. Assolti in primo grado, erano stati condannati in appello. La Cassazione aveva però annullato la condanna, rinviando ad altra sezione della corte d’appello.

Le motivazioni sono state depositate ad aprile: da una parte la Suprema corte dice che va accertata «la sussistenza degli elementi di fatto, tra cui il contesto ambientale, l’eventuale valenza simbolica del luogo di verificazione, il grado di immediata, o meno, ricollegabilità dello stesso contesto al periodo storico in oggetto e alla sua simbologia, il numero dei partecipanti, la ripetizione insistita dei gesti, idonei a dare concretezza al pericolo di “emulazione” insito nel reato secondo i principi enunciati dalla Corte costituzionale». Dall’altra aggiunge che «il carattere commemorativo non implica automaticamente una neutralizzazione del reato».

I difensori dei 22 imputati – gli avvocati Antonio Mereu, Milena Mura, Patrizia Marcori, Gabriele Satta, Pierluigi Olivieri, Sophie Nurra e Bachisio Basoli – hanno ribadito le richieste di assoluzione sostenendo che non poteva essere individuato un “pericolo concreto” di riorganizzazione del partito del Duce. Piuttosto fu una «cerimonia commemorativa».

Il processo è stato aggiornato a ottobre per la discussione dell’avvocato Agostinangelo Marras, poi in programma repliche e sentenza.

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