Come si apparecchia il Natale a tavola: l’atlante dei piatti che racconta l’Italia
Un lunghissimo menù tricolore per i banchetti delle feste in tutto il Paese
A Natale, in Italia, la tradizione passa soprattutto dalla tavola. Ogni regione custodisce un patrimonio gastronomico che riaffiora a dicembre. Ecco il carosello gastronomico regionale, oltre l’ isola.
In Valle d’Aosta il Natale è dominato da mocetta, lardo con castagne, fonduta e dalla zuppa alla Valpellinentze, seguiti da carbonata con polenta e dolci come tegole e pere cotte.
Il Piemonte risponde con vitello tonnato, insalata russa, acciughe al verde, agnolotti del plin ai tre sughi d’arrosto, bagna cauda, bollito misto con gli immancabili bagnetto verde, rosso e mostarda e per chiudere bunet, torta di nocciole e frittelle di mele in pastella. In Lombardia il pranzo ruota attorno a tortellini o casoncelli in brodo, cappone ripieno e mostarda, per chiudere con il re del Natale, il panetun.
La Liguria porta in tavola maccheroni in brodo, ravioli alla genovese, cappone e cappon magro, con il pandolce come simbolo delle feste. In Trentino-Alto Adige non mancano canederli, strangolapreti, carni di selvaggina e dolci come strudel e zelten. Il Veneto alterna baccalà mantecato, risotti al radicchio, brodo di cappone e pandoro, accompagnati da grandi vini locali. In Friuli Venezia Giulia il Natale è segnato da brovada e muset, cappone e dolci come gubana e potiza.
L’Emilia-Romagna resta fedele a tortellini in brodo, lasagne, passatelli, cotechino e zampone con lenticchie, chiudendo con il panone di Natale. In Toscana si aprono i pranzi con crostini di fegatini, seguiti da tortellini in brodo di cappone, faraona o cappone ripieno e dolci come cavallucci e ricciarelli.
In Umbria compaiono cappelletti ripieni, cappone bollito e panpepato, insieme a pinoccate e torciglioni. Le Marche propongono maccheroncini di Campofilone, vincisgrassi, cappelletti in brodo e cappone arrosto, con pizza di Natale e fristingo come dolci tradizionali. Nel Lazio la Vigilia è affidata a baccalà fritto, capitone e fritti di verdure, mentre il 25 vede cappelletti in brodo, abbacchio al forno e pangiallo.
In Abruzzo il Natale unisce minestra di cardi, zuppa di castagne e ceci, lasagne, agnello arrosto e piatti poveri come le pallotte cacio e uova, con un ricchissimo capitolo dolci che va dal parrozzo ai calcionetti. Il Molise mantiene una cucina essenziale fatta di paste rustiche, trippa, maiale e cicerchiata.
La Campania vive le feste tra minestra maritata, spaghetti alle vongole, cappone imbottito, insalata di rinforzo e una grande varietà di dolci come struffoli e roccocò. In Basilicata si trovano strascinati al ragù, baccalà con peperoni cruschi, pettole e calzoncelli.
La Puglia alterna cime di rapa, baccalà, agnello con lampascioni e dolci come cartellate e pettole. In Calabria la tavola natalizia propone scilatelle al ragù, stocco alla ghiotta, capretto al forno e dolci come petrali e fichi a crocetta. In Sicilia, infine, il Natale è un trionfo di sfincione, anellini al forno, sarde a beccafico, falsomagro e dolci come buccellati, cassate e cannoli. Più che un menu, quello di Natale in Italia è un atlante di tradizioni che racconta il Paese attraverso i suoi piatti.

