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Il volo Napoli-Alghero cancellato nella notte, Ryanair lascia i passeggeri a terra

di Enrico Carta

	I passeggeri già sulla scaletta del volo Napoli-Alghero rimandati a terra
I passeggeri già sulla scaletta del volo Napoli-Alghero rimandati a terra

L’aereo doveva decollare ieri, martedì 23 luglio, alle 20. Prima è stato annunciato un ritardo, poi l’annullamento quando tutti erano in pista. Il racconto: «La compagnia non ci ha offerto alternative. Costretti ad andare in treno sino a Roma e a prendere un altro volo all’alba che abbiamo pagato noi»

24 luglio 2024
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Alghero Tutti a terra. Il volo Ryanair da Napoli ad Alghero, che sarebbe dovuto decollare dal capoluogo campano ieri sera, martedì 23 luglio alle 20, non è mai partito. Prima è stato annunciato un ritardo, poi, quando i passeggeri erano già in pista davanti alla scaletta del velivolo, è stato definitivamente annullato scatenando un mare di proteste e dando vita a una serie di disagi a catena culminati anche in una lunga e agitata quanto inutile opera di persuasione di gruppo che però non ha sortito l’effetto di far ritornare la compagnia aerea sui propri passi. L’odissea, l’ennesima per chi vola da e verso la Sardegna, è iniziata prima dell’imbarco, quando il tabellone con l’orario dei voli ha segnalato un ritardo di 2 ore e 50 minuti del volo Napoli-Alghero. L’annuncio dello slittamento dalle 20 alle 22.50 è stato però solo il primo di una serie di inciampi e di informazioni non corrette o comunque non rispettate che poi hanno avuto il loro apice qualche ora più tardi con la cancellazione del volo.

A bordo c’erano sia passeggeri della penisola che dovevano raggiungere la Sardegna per le vacanze o per lavoro sia sardi che erano convinti di fare rientro a casa di lì a poco. Rassegnati al fatto che dovessero attendere più del previsto per salire a bordo, i passeggeri hanno ritrovato un pizzico di buon umore nel momento in cui la segnalazione del ritardo sul tabellone è stata cambiata: non più alle 22.50, ma alle 22. Doveva essere questo l’orario della partenza, invece è stata solo un’illusione. «A quel punto – racconta un passeggero oristanese – hanno controllato i biglietti e i documenti e ci hanno fatto scendere sulla pista sin sotto l’aereo. Passavano i minuti e non ci facevano imbarcare. A quel punto abbiamo controllato sul telefonino l’applicazione di Ryanair e abbiamo scoperto che il volo era cancellato, però non avevamo comunicazioni dal personale per cui siamo rimasti in pista».

È allora che si è affacciato dal velivolo un componente dell’equipaggio e ha detto ai passeggeri che l’aereo non sarebbe decollato, scatenando la protesta generale. «Siamo rimasti più di un’ora in pista perché le contestazioni erano pesantissime per via dell’enorme disagio che veniva arrecato a tutti – prosegue il racconto del passeggero –. Abbiamo cercato di mediare col comandante, con la polizia, abbiamo tentato in tutti i modi di far fare un passo indietro alla compagnia che però non ha assolutamente ascoltato le nostre richieste». Ryanair, questo è stato detto ai passeggeri che si trovavano davanti al velivolo, si è giustificata dicendo che se si fosse arrivati ad Alghero «l’aereo non sarebbe potuto ritornare indietro per Napoli, dove doveva essere utilizzato l’indomani mattina (oggi, mercoledì 24 luglio per chi legge, ndr) per un altro collegamento. A quel punto ci siamo rassegnati».

Ryanair non ha proposto alternative, se non una dubbia possibilità di mettere a disposizione un volo questa mattina, ma non da Napoli, bensì in via ipotetica da Bari e diretto in Sardegna. A Bari, ma forse nemmeno quella pugliese era una possibilità concreta, tutti i passeggeri si sarebbero dovuti spostare con un collegamento da mettere in piedi seduta stante – treno? pullman? – e sul quale comunque non c’erano certezze. L’unica offerta è stata quella di garantire il pernottamento notturno, ma con l’incognita di non avere comunque la possibilità di salire in aereo questa mattina. Disarmati, stanchi e furibondi, almeno trenta passeggeri hanno dovuto percorrere una strada alternativa, non solo in senso figurato. «Un gruppo di noi si è organizzato e, dopo aver passato qualche ora in aeroporto a Napoli, abbiamo preso il treno per Roma delle 4.30 del mattino che è arrivato a destinazione alle 6. Da lì ci siamo spostati a Fiumicino, dove abbiamo trovato spazio su un Roma-Alghero di Aeroitalia. Ovviamente abbiamo dovuto pagare il biglietto del treno e quello del secondo aereo. È stato un disagio enorme amplificato dal fatto che la comunicazione sia stata pessima e carente», concludono i passeggeri.

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