La Nuova Sardegna

Nuoro

La maxi inchiesta

La latitanza del boss Raduano dopo l’evasione: ecco cosa sappiamo

di Serena Lullia

	La conferenza in Questura a Nuoro (<em>foto Massimo Locci)</em>
La conferenza in Questura a Nuoro (foto Massimo Locci)

Ospite a Nuoro e Bitti, quattro mesi in tenda: i dettagli nelle indagini dirette dalla Direzione distrettuale Antimafia di Cagliari

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Sassari  Quattro mesi in una tenda in una zona impervia di Padru, in Gallura. Tre giorni nella cantina di una casa a Nuoro, alcuni giorni nelle campagne Bitti. Il tempo di organizzare la fuga in Corsica. 

I dettagli sulla latitanza del boss mafioso Marco Raduano, dopo la rocambolesca fuga dal carcere di Nuoro,  emergono grazie alle indagini condotte all’interno dell’inchiesta diretta dalla Direzione distrettuale antimafia di Cagliari in collegamento investigativo con la Direzione distrettuale antimafia di Bari e coordinata dalla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo.

Raduano era fuggito dall’istituto di massima sicurezza di Badu ‘e Carros calandosi con un lenzuolo, proprio come nella scena di un film. Ovvio pensare a degli aiuti, non solo all’interno della casa penitenziaria, ma anche subito dopo la fuga. A facilitare l’evasione del boss anche la disponibilità di cellulari criptati, un gancio prelevato dalle officine di Badu ‘e Carros, che gli ha consentito si scavalcare il muro di cinta con le lenzuola annodate e tutta una serie di doppioni di chiavi della struttura penitenziaria. Materiale che secondo gli inquirenti Raduano aveva avuto grazie alla complicità di un agente penitenziario. 

Dalle indagini è inoltre emerso che Raduano aveva trascorso tre giorni in una cantina a Nuoro, dove era rimasto nascosto per poi essere accompagnato nelle campagne di Bitti. Nel comune nuorese avrebbe trascorso un breve periodo per poi passare quattro mesi in una tenda, in una zona impervia di Padru, in Gallura. Un aiuto al boss sarebbe arrivato anche da una persona di Orune. In un controllo eseguito nella sua abitazione sono stati trovati tre chili di droga e un’arma detenuta illegalmente. 

Raduano aveva nel frattempo pianificato la fuga verso la Corsica e poi ancora in Spagna dove aveva raggiunto il suo braccio destro, Gianluigi Troiano. Era poi tornato in Corsica e proprio a Bastia era stato arrestato. 

Nella notte tra il 3 e il 4 dicembre, nelle province di Nuoro, Sassari e Venezia, nonché in Corsica, con un blitz della Polizia di Stato e della Polizia penitenziaria, è scattata una maxi operazione. 

Sono 14 le persone indagate tra cui una guardia carceraria, a vario titolo, per favoreggiamento personale e procurata inosservanza di pena, aggravati dall'agevolazione mafiosa in favore del clan foggiano Raduano, nonché per detenzione e traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e porto abusivo di armi, ricettazione e corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio. 

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