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Nuoro, la gioielleria Rosas chiude: una storia commerciale lunga 82 anni

di Kety Sanna
Nuoro, la gioielleria Rosas chiude: una storia commerciale lunga 82 anni

Bastiano e la figlia Valeria ripercorrono insieme la storia dell’attività di famiglia

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Nuoro Ha la voce piena di emozione Bastiano Rosas, titolare della storica gioielleria del Corso Garibaldi, che dopo 82 anni di onorata attività saluta Nuoro. Con l’inizio del 2026, il capoluogo barbaricino dirà addio a uno dei suoi negozi più amati. Dopo otto decenni la gioielleria abbasserà per sempre la saracinesca portando con sé un pezzo importante di vita di questa città e una marea di ricordi dei suoi affezionati clienti.

Fondata nel 1943 da signor Antonio Rosas, la gioielleria era inizialmente un piccolo negozio nella parte alta del Corso, al numero 20. Negli anni è diventata un vero simbolo commerciale per il capoluogo barbaricino. «Babbo – racconta Bastiano – iniziò nel 1943. Era arrivato da Cagliari come militare della Guardia di finanza e decise di rimanere dopo aver conosciuto mia madre che diventò presto sua moglie. Seguendo le orme del padre aveva deciso di aprire un’attività in città. Il primo negozio aveva due vetrine che la sera, alla chiusura, venivano coperte con dei pannelli di legno. La gioielleria rimase lì fino al 1955, per poi trasferirsi nel negozio attuale, nel palazzo Satta, di fronte al Banco di Sardegna».

Bastiano Rosas, primogenito di 7 figli, rappresenta la terza generazione di una famiglia di gioiellieri che ha esercitato l’oreficeria «quando – ricorda il commerciante – si viaggiava in lungo e in largo per la provincia con le valigette cariche di oggetti preziosi». Il primissimo negozio dei Rosas, però, venne aperto a Cagliari dal padre di Antonio, nonno di Bastiano. Ed è lì che il commerciante dopo il diploma rimase un anno per acquisire i segreti del mestiere, prima di tornare a casa nel 1967, e seguire le orme del padre insieme ad al fratello Franco. «In quegli anni babbo decise di aprire anche un piccolo ingrosso di oreficeria in via Gramsci, dove si vendevano svegliette, cucchiaini d’argento, mentre io e mio fratello giravamo per i centri dell’isola. Sempre mio padre, allora, aveva avuto l’idea di creare un orologio classico, al quale aveva dato il nome di Anro (da Antonio Rosas). Poi tra il 69/70 pensò di allargare l’attività aprendo un negozio ad Olbia. In quei tempi la cittadina gallurese sembrava non promettere tanto, ma lui era riuscito a guardare oltre. Avevamo trovato un locale in pieno centro, e quello aveva determinato la chiusura dell’ingrosso di Nuoro. Per un anno e mezzo mi ero trasferito in Gallura per avviare l’attività. Ero stato poi raggiunto da Franco e successivamente da Pinuccio. A quel punto, io ero rientrato a Nuoro ed ero rimasto in negozio con babbo fino agli anni 80, quando presi le redini dell’attività».

Quelli per i Rosas furono anni di fatiche e soddisfazioni, ma anche di grande dolore, a causa del sequestro di Pasqualba. Una parentesi drammatica che li segnò nel profondo anche se il rapporto con i clienti rimase sempre caloroso. «Allora come adesso la soddisfazione più grande è sentir dire alle persone che quando entrano in negozio è come stare a casa. L’accoglienza – sottolinea Bastiano – è stata la parola d’ordine in tutti questi anni di attività. Principio che ho trasmesso anche a mia figlia Valeria, che da vent’anni è al mio fianco. Abbiamo sempre lavorato con il sorriso, perché i nostri problemi sono solo nostri».

Nei primi anni 2000, l’espansione della zona commerciale nell’area industriale della città, aveva spinto Bastiano Rosas ad aprire un punto vendita anche a Pratosardo. «Un’esperienza non del tutto favorevole – dice – . Forse la nostra attività in quel contesto rischiava di perdere identità, perciò abbiamo chiuso e ci siamo dedicati completamente al negozio del Corso. Il mio lavoro mi è sempre piaciuto ma ora la decisione, maturata insieme, è presa. Credo di poter dire di aver vissuto una bella vita da commerciante riuscendo a creare, in 60 anni, un rapporto straordinario con i clienti che ci ha permesso di andare avanti nel tempo. Vorrei che questa fosse l’occasione per ringraziare tutti coloro che ci hanno accompagnato in questa lunga avventura. Cosa mi mancherà? Senza dubbio il rapporto con le persone. Ora però – conclude il commerciante – è giusto che possa dedicarmi ai nipotini. Sono fiero del lavoro che abbiamo portato avanti fino ad oggi». La notizia della chiusura della storica gioielleria ha suscitato un’ondata di emozione, manifestata con messaggi e parole d’affetto, ricordi carichi di nostalgia da parte dei clienti che con gratitudine hanno voluto celebrare l’importanza che il negozio ha avuto nei vari momenti della loro vita.

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