La Nuova Sardegna

Olbia

La città in ansia

Fratelli dispersi in mare, ricerche con le reti a strascico: dai fondali nessuna risposta

di Tiziana Simula
Fratelli dispersi in mare, ricerche con le reti a strascico: dai fondali nessuna risposta

Perlustrazioni col pattugliatore della guardia costiera, mobilitazione dei volontari a terra

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Olbia Due pescherecci di Golfo Aranci hanno buttato le reti a strascico nelle acque di Capo Figari, così come loro stessi avevano consigliato a mamma Simona che da quasi una settimana aspetta disperatamente notizie dei suoi figli dispersi in mare. Ma dai fondali non è riaffiorato nulla che potesse essere di aiuto alle ricerche di Giuseppe e Lorenzo, i due ragazzi olbiesi di 24 e 20 anni, usciti in barca sabato scorso per una battuta di pesca e mai più tornati a casa. I due pescherecci hanno mollato gli ormeggi verso le 3 del mattino e si sono concentrati in quello stesso tratto di mare tra Cala del Sonno, Cala Spada, Punta d’India, Figarolo, nel quale, poche ore dopo l’allarme per la loro scomparsa, i pescatori avevano ritrovato diversi oggetti e indumenti riconosciuti dalla madre. Un altro tentativo, quello di oggi 25 aprile, che non ha avuto, purtroppo, l’esito sperato.

Il legale di Simona Deiana, l’avvocato Pietro Cherchi, batte sull’importanza che vengano eseguiti gli accertamenti tecnici sul computer di Giuseppe a cui era collegato il suo cellulare, per poter essere recuperata, attraverso Google maps, l’ultima posizione del telefonino, che potrebbe rivelare dove si trova la barca. Un’operazione di estrapolazione dei dati che deve essere eseguita da personale specializzato. Questa richiesta è stata già formulata, insieme ad altre, nella denuncia di scomparsa presentata giovedì in commissariato, attraverso cui si chiede al prefetto, al questore e a qualsiasi altra autorità preposta, di disporre ulteriori attività. Come la perlustrazione delle zone a terra da parte di personale specializzato e l’acquisizione della tracciatura Ais di tutte le imbarcazioni che potrebbero essere passate quel giorno nella zona interessata, tra le 11 e le 20 per verificare se ci possa essere stata qualche collisione con altre barche.

La famiglia e il loro legale lanciano anche un appello a tutti coloro che sabato 19, tra le 13 e le 18, si trovavano in cima a Capo Figari e avessero scattato delle foto verso il mare, a verificare un’eventuale presenza della barca con i ragazzi a bordo, o altri elementi utili, e a segnalarlo. Intanto sono proseguite le ricerche in mare da parte della Capitaneria di porto. In perlustrazione, anche un pattugliatore della guardia costiera. Mobilitazione anche dei volontari per le ricerche a terra e in mare, coordinati dall’associazione di protezione civile Gaia: in campo, una quarantina di persone, alcuni con i droni), oltre a diverse imbarcazioni e sub. Oltre alle zone controllate nei giorni scorsi, sono state ispezionate Pittulongu, Capo Ceraso, Cala Sassari, la zona di Porto Rotondo, Capriccioli. Via mare la zona di Mortorio, Soffi e la costa da Capo Figari a Cala di Volpe. Sono giorni terribili per mamma Simona – che oggi ha pubblicato un post con la foto di quando i figli erano piccoli – per la sua famiglia, ma anche per le comunità di Olbia e Golfo Aranci che vivono col fiato sospeso.

Un commovente post è stato pubblicato dall’ Olbia Rugby 1982 Api Olbiesi. Si legge: «Terzultima giornata di campionato. Siamo in vetta alla classifica, con quattro punti di vantaggio sul nostro diretto avversario: il Firenze Rugby. Giochiamo in casa. Giochiamo per vincere, come sempre. Ma oggi, insieme alla maglia, indosseremo anche un peso sul cuore. Un peso che non avremmo mai voluto portare. Scenderemo in campo mentre due nostri fratelli, due api, sono ancora dispersi nel nostro mare. Due dei nostri ragazzi stanno lottando da qualche parte, e noi con loro, cercandoli con ogni forza, con ogni speranza. Giocheremo la nostra partita. La giocheremo con l’intensità di sempre, forse con ancora più determinazione. Perché ogni placcaggio, ogni corsa, ogni punto sarà anche per loro. Con la speranza che, mentre il fischio dell’arbitro segna l’inizio del match, loro possano ritrovare la strada di casa. Tornare fra le braccia della mamma, e di tutti noi».

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