Operaio morto nel cantiere edile: in cinque sotto accusa per omicidio colposo
L’incidente sul lavoro a Olbia, il 42enne sarebbe stato colpito alla testa da un pannello metallico
Olbia Baskim Bitichi, operaio kosovaro di 42 anni, era morto il 24 febbraio 2024 in un cantiere edile, in via Londra. Si trovava lì, al lavoro, così sostiene la Procura di Tempio, nonostante fosse inabile a lavorare: indossava un collare ortopedico a causa di una frattura delle vertebre, in seguito a un incidente stradale. L’operaio, secondo la ricostruzione del pubblico ministero, non era morto cadendo da un ponteggio, come si era inizialmente ipotizzato, ma è stato colpito alla testa da un cassero (materiale utilizzato in edilizia all’interno del quale viene effettuato il getto di calcestruzzo), un pannello di metallo pesante quasi 16 chili, spostato da una gru, e caduto dall’alto. Lo aveva colpito mentre era intento a lavorare negli ambienti sottostanti. Questa la ricostruzione, secondo l’accusa, dell’incidente sul lavoro costato la vita all’operaio.
Per la sua morte, il pubblico ministero ha chiesto il rinvio a giudizio di cinque persone: i titolari delle imprese che lavoravano nel cantiere, Mehmet Thaqi della società Plintos, committente ed esecutrice dei lavori, Vegim Thaqi della società Gimmy Edil srl, a cui erano state appaltate alcune opere, e Miftar Kastrati e Fatmir Kastrati della F.M costruzioni Kastro, a cui erano stati appaltati lavori di carpenteria, e il responsabile della sicurezza Gavino Ledda. Sono accusati di omicidio colposo per aver provocato con la violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni, la morte di Baskim Bitichi. Oggi 6 novembre nel tribunale di Tempio si è aperta l’udienza preliminare davanti al gup Marcella Pinna. I difensori del coordinatore per la sicurezza, gli avvocati Michele Ponsano e Pietro Orecchioni, hanno prodotto della documentazione a difesa del loro assistito. L’udienza è stata rinviata al 5 febbraio per l’esame dei documenti prodotti e la scelta dei riti da parte degli imputati.
La tragedia era avvenuta nel pomeriggio del 24 febbraio. Baskim Bitichi era praticamente morto sul colpo. I medici del 118 non avevano potuto fare altro che constatarne la morte. Spresal e carabinieri avevano avviato subito gli accertamenti. L’ipotesi iniziale era che fosse precipitato da un ponteggio del complesso residenziale in costruzione, precipitando da un’altezza di circa sei metri. Dopo quattro mesi, i carabinieri del Ris di Cagliari avevano eseguito un sopralluogo nel cantiere sotto sequestro. Dagli accertamenti emersi nel corso delle indagini, anche alla luce dei risultati dell’autopsia sul corpo dell’operaio che aveva riportato profonde ferite alla testa, era emersa un’altra dinamica. Ora il via al processo. Gli imprenditori imputati sono difesi dagli avvocati Marco Pilia, Pietro Carzedda e Francesca Piga. (t.s.)
