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Olbia

Il giallo di Olbia

La scomparsa di Rosa Bechere, al setaccio l’auto degli indagati e sopralluogo a Monti: si cerca il cadavere – cosa sappiamo

La scomparsa di Rosa Bechere, al setaccio l’auto degli indagati e sopralluogo a Monti: si cerca il cadavere – cosa sappiamo

Dopo il blitz dei carabinieri in via Aretino al via ulteriori accertamenti disposti dalla Procura generale

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Olbia Sono tornati nella casa tugurio di via Pietro Aretino, a Olbia, dopo quasi tre anni. Ed è solo l’inizio delle nuove attività di accertamento da parte del carabinieri del reparto territoriale di Olbia e quelli del Ris di Cagliari. La casa è quella dove abitano Maria Giovanna Meloni e il compagno Giorgio Beccu, accusati di aver ucciso Rosa Bechere e di aver fatto sparire il suo cadavere. Il blitz è avvenuto ieri sera su disposizione della Procura generale della Sardegna (il procuratore Luigi Patronaggio e il sostituto Alessandro Bosco) che ha avocato al suo ufficio l’inchiesta inizialmente condotta a Tempio. Un nuovo impulso all’indagine, a caccia di nuove tracce, indizi, prove, sulla probabile uccisione della Bechere, 60enne, invalida, scomparsa nel nulla il 25 novembre del 2022 dalla sua casa in via Petta. Forse uccisa da una dose letale di benzodiazepine, un potente sedativo che magari, almeno nelle intenzioni, avrebbe dovuto solo stordire la donna per facilitare una rapina.

«Gli indagati si sono mostrati assolutamente disponibili, tanto che non c’è stato bisogno di eseguire alcun sequestro – così l’avvocato Giampaolo Murrighile che insieme al collega Angelo Merlini difende la coppia Meloni-Beccu –. Continuano a dichiararsi assolutamente estranei all’inchiesta, così come avevano fatto sin dal primo momento». Attenzione particolare nel blitz è stata rivolta all’auto della coppia Meloni-Beccu, una vecchia Fiat Tipo blu metallizzata, sempre parcheggiata davanti alla casa, che insolitamente nella precedente inchiesta era stata trascurata (passata al luminol, invece, la Matiz appartenuta a Rosa Bechere).

L’attività dei carabinieri in via Pietro Aretino si è protratta fino a notte, mentre già nella mattinata di venerdì 28 novembre i Ris si trasferiranno a Monti, a Su Canale, per un sopralluogo in un’altra abitazione di campagna in uso ai due indagati. La stessa casa che era stata passata al setaccio anche nella prima inchiesta. Si cercano tracce, prove del passaggio di Rosa Bechere in quella abitazione, viva oppure cadavere.  Gli investigatori sono sempre stati convinti che la donna sia stata uccisa dalla coppia di presunti amici, Maria Giovanna Meloni e il compagno Giorgio Beccu. Sempre secondo l’accusa, i due si sarebbero impossessati dei pochi risparmi custoditi in casa dalla Bechere e delle carte Bancoposta e Postamat necessarie per svuotare il conto corrente dove veniva accreditato il reddito di cittadinanza della donna. Non solo, nella disponibilità della donna anche novemila euro di arretrati che l’Inps doveva erogare nel mese di dicembre dello stesso anno.

La riapertura dell’inchiesta si deve all’opposizione al decreto di archiviazione presentato dai familiari di Rosa. In particolare, il compagno Davide Iannelli è assistito dall’avvocato Abele Cherchi, la sorella Gavina è difesa dall’avvocato Cristina Cherchi, i due fratelli Andrea e Antonio dall’avvocato Edoardo Morette.

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