La Nuova Sardegna

Oristano

L’iniziativa

Sul lungomare arriva la “libreria spontanea” di Giulia

di Enrico Carta
Sul lungomare arriva la “libreria spontanea” di Giulia

Il regalo alle borgate marine di una residente che non voleva disperdere il suo patrimonio di romanzi e altri volumi

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San Vero Milis Non chiamatela biblioteca. Non è poi certo una libreria perché non si paga per acquistare. E non chiamatelo book sharing ovvero quel modello di condivisione dei libri per cui ne prendi uno e ne lasci un altro o lo stesso dopo averne fruito. È vero che l’iniziativa di Giulia Piazza, abitante di Putzu Idu, cattura l’ispirazione dalle tre le cose, ma è altrettanto vero che è diversa da tutte. È un’iniziativa a metà tra il piacere di fare qualcosa che faccia vivere le borgate marine tutto l’anno creando un punto di incontro e di attenzione diverso e la voglia di regalare agli altri qualcosa che comunque ha avuto un posto nella vita di chi la propone.

Nelle scorse settimane, Giulia poteva scegliere tra il far finire al macero tanti libri o il regalare cultura e socialità gratis a chi voglia prendersela. Non ci ha pensato troppo su e ha imboccato la seconda strada: così ha portato i suoi scaffali e i libri della sua casa al bar ristorante di Lepori, affacciato sul lungomare tra Mandriola e Putzu Idu. I titolari del locale le hanno detto subito sì e i libri di Giulia hanno risvegliato un insolito interesse per la lettura e anche dato qualcosa di cui parlare a proposito di un luogo scelto da sempre più persone come domicilio anche quando l’estate è lontana.

È stato un gesto semplice, ma capace di accendere la scintilla della condivisione e della cultura in un luogo che, nei mesi meno caldi, rischia di spegnersi. L’idea di far nascere una sorta di libreria aperta alla comunità e in cui non si paga è un’iniziativa personale, nata dal desiderio di dare nuova vita a libri che non poteva più tenere e che non voleva buttare: «Questo è il mio luogo di vita da tanto tempo e si possono fare piccole cose per rendere viva la comunità. Ho pensato che condividerli sarebbe una battaglia vinta: la gente legge sempre meno», racconta con entusiasmo. Sugli scaffali c’è di tutto: narrativa di ogni genere, romanzi gialli e d’amore, testi universitari, saggi di spiritualità, qualche volume antico che profuma di storia. Chiunque può prenderne uno, leggerlo al bar sorseggiando un caffè, portarlo a casa e tenerlo con sé perché magari se n’è innamorato, leggerlo e restituirlo o scambiarlo con un altro. Nessuna regola rigida, solo libertà e voglia di condividere. La scelta del bar Lepori non è casuale: è il punto di ritrovo per chi vive la marina al di fuori dei mesi estivi, un luogo di socialità che ora diventa anche presidio culturale.

Nei primi giorni l’iniziativa ha avuto un successo sorprendente: libri che passano di mano in mano, chiacchiere che nascono tra i tavolini, curiosità che si riaccendono. Un segnale forte che anche nei mesi non turistici la comunità può restare viva, basta un’idea e la disponibilità di chi crede nel valore delle cose. In un’epoca in cui la lettura sembra perdere terreno, questa libreria spontanea, forse è davvero questo il termine giusto per definirla, è una piccola rivoluzione: non costa nulla, non ha sponsor se non la buona volontà di chi l’ha proposta, ma regala qualcosa di prezioso: il piacere di leggere e di sentirsi parte di un luogo che, al di là dei luoghi comuni, non si spegne neanche quando cala il sipario sull’estate. E siccome una rondine non fa primavera, Giulia e il bar ristorante Lepori non sono soli. Qualche centinaio di metri più in là anche il Green Wave non si limita a servire i clienti assetati delle sere calde. Ha infatti una sua vetrina di libri dove si pratica il book sharing. Che la lettura davanti al mare sia contagiosa come un virus benigno?

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