La Nuova Sardegna

Oristano

Emergenza sanitaria

Ventiquattro Comuni dell’Oristanese senza pediatra, decine di passeggini vuoti in piazza

di Alessandro Mele

	foto di Francesco Pinna
foto di Francesco Pinna

«I sindaci provino a risolvere il problema e la Asl richiami in servizio gli specialisti in pensione»

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Oristano L’esercito dei Passeggini vuoti, in marcia contro l’emergenza sanitaria abbattutasi su 24 Comuni dell’Oristanese a causa dell’assenza di pediatri, sfonda pacificamente il muro istituzionale della conferenza dei sindaci riunita a Baratili San Pietro. Nello stesso posto e alla stessa ora, infatti, a decine si sono ritrovati “armati” di culle, passeggini vuoti e slogan. Madri, padri, intere famiglie disperate e cariche di preoccupazione per la mancanza ormai prolungata di assistenza pediatrica, sono andati alla ricerca di risposte dai loro più diretti rappresentanti sul territorio.

Da una delegazione del movimento spontaneo, infatti, sono sopraggiunte una serie di proposte indirizzate direttamente ai primi cittadini. «Abbiamo chiesto che la Asl di Oristano si doti di un tecnico capace di risolvere la situazione – racconta Alessio Fanari, uno dei promotori del gruppo spontaneo “Passeggini vuoti” –. Ancora, chiediamo che si inizi a pensare seriamente a richiamare in servizio i pediatri in pensione, naturalmente accompagnati da altre figure di supporto come le infermiere specializzate di settore».

Tra le proposte del gruppo di protesta, anche qualche idea di carattere politico. «Vorremmo che ognuno dei 24 sindaci dell’Ambito sanitario 2 – prosegue Fanari –, rimandi la questione al prefetto di Oristano e direttamente alla Regione, affinché intervengano sulla carenza di pediatri nell’esercizio dei poteri che gli competono. In sostanza, ai primi cittadini è stato chiesto di redigere un atto ufficiale, ad esempio una presa d’atto con delibera di giunta, che denunci la situazione di emergenza vissuta Comune per Comune».

Non sono passate inosservate neanche le problematiche dell’ospedale San Martino di Oristano. «Le emergenze, ad oggi, vengono prese in carico insieme a quelle degli utenti adulti – aggiungono dal gruppo spontaneo –. A questo proposito chiediamo che il Pronto soccorso sia dotato di un accesso dedicato al comparto pediatrico, di modo da scongiurare code e lungaggini evitabili».

I sindaci dei 24 Comuni colpiti dall’emergenza, è chiaro, non sono rimasti solo ad ascoltare. «Hanno chiaramente detto di avere le mani legate – raccontano i rappresentanti dei “Passeggini vuoti” –, ma che sarebbero rimasti al nostro fianco. Noi ci siamo rivolti a loro che la legge definisce Autorità sanitaria locale, dunque non sono spettatori o semplici commentatori. Hanno poteri concreti: convocare, pretendere, sollecitare, dichiarare l’emergenza, bocciare piani sanitari insufficienti. Tutti poteri che fino ad ora sono rimasti chiusi nei cassetti. È arrivato il momento di usarli – proseguono –. Perché quando centinaia di minori rimangono senza pediatra, non è un disagio: è un rischio sanitario reale. E di fronte al rischio, il silenzio non è prudenza ma è complicità».

«I mezzi per non smantellare la sanità pubblica esistono – concludono –. Dai fondi Pnrr per rafforzare l’assistenza territoriale qui non abbiamo visto progetti, visioni o programmazioni. Mentre altri territori richiamano pediatri in pensione o affiancano infermieri specia lizzati, qui nulla si muove».

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