Malattie professionali, Inail Oristano: «Via al piano anti arretrati»
Il direttore generale dell’Istituto risponde ai patronati: «Mancano i medici, priorità alle invalidità considerate molto gravi»
Oristano I patronati protestano, l’Inail risponde e mette sul tavolo le proprie ragioni: «Le pratiche in attesa, giacenti nella sede provinciale, saranno prese in esame dall’inizio del 2026». Lo conferma il direttore regionale Alfredo Nicifero, impegnandosi ad abbattere l’arretrato in tempi brevi. Lo stallo dell’attività di verifica delle richieste pervenute negli ultimi anni dai vari patronati si è determinato a causa della mancanza di medici. La situazione, quindi, potrebbe avere sviluppi positivi a breve. «Come è noto – spiega il massimo responsabile dell’istituto – la situazione è dovuta alla carenza di medici nell’Oristanese, situazione che si ripete in tutte le altre sedi sarde. La carenza ha portato all’accumulo delle pratiche, il cui smaltimento inizierà a partire dal prossimo mese».
Le pratiche si sono accumulate anche perché molti medici hanno rinunciato alla collaborazione con l’Inail a causa dei compensi per le loro prestazioni ritenuti troppo bassi, motivo per cui c’è carenza anche nel resto dell’isola. Per il caso Oristano, a congestionare il sistema sarebbero anche le numerose richieste di accertamento delle malattie professionali, a cui però l’Inail non può dare priorità tanto che vanno in coda rispetto a quelle riguardanti infortuni di elevata gravità, come la morte o la grave invalidità derivante da infortunio sul lavoro.
Il direttore Nicifero prosegue: «Queste ultime pratiche sono prioritarie rispetto alle altre e non possono seguire la cronologia dell’arrivo perché necessitano di risposte in tempi brevi. Casi di invalidità del 100%, che richiedono l’assegnazione di protesi o ausili indispensabili alla persona, non possono seguire una linea cronologica per essere evase». In Sardegna, nell’ultimo quinquennio, le richieste di riconoscimento di malattia professionale sono aumentate di oltre l’80 percento, un dato di gran lunga superiore a quello di altre regioni maggiormente popolate e con un numero di imprese superiore.
«Ai patronati, con i quali abbiamo avuto un incontro lo scorso 12 novembre – specifica il direttore –, erano state proposte diverse opzioni per abbattere le pratiche arretrate. Avevo chiesto loro un incontro tra i propri medici e quelli dell’istituto per concordare una linea d’azione condivisa, ma delle circa dodici sigle convocate solo due patronati si sono presentati con i propri medici. Inoltre, le pratiche non sono sempre complete di tutti i documenti e questo crea ulteriori ritardi». Delle pratiche presentate, stando ai dati menzionati da Nicifero, ne viene accolte solo il 35%, percentuale che sale al 50 in sede collegiale o dopo contenzioso. «Una pratica di infortunio – ribadisce il direttore – ha la priorità sulla malattia professionale. Infine, c’è un in atto un bando di concorso per l’assunzione di sei medici, che scade l’8 gennaio: la Regione è sotto organico del 50% dei medici previsti. Di quelli che verranno assunti in Sardegna ne arriveranno due: uno sarà destinato alla sede di Nuoro e uno a quella regionale».
Oristano invece dovrà far fronte all’emergenza con quelli inviati dalle altre sedi. Sui ricorsi giudiziari per silenzio rifiuto, Nicifero precisa: «I patronati possono agire come meglio credono, tuttavia i ricorsi servirebbero solo ad allungare i tempi di trattazione delle pratiche». Mente si attende la soluzione, gli estensori delle richieste pendenti non possono che sperare che il nuovo anno porti risposte alle loro istanze. «All’inizio del 2026 – conferma – partirà il piano di recupero delle pratiche più datate».
