Amazon: «Per noi fondamentale la tutela del lavoro dei corrieri»
Il gigante dell’e-commerce dopo la polemica sulle società di consegna
Sassari I corrieri e la loro vita precaria, fatta di obbiettivi da raggiungere, possibilmente da superare, in termini di orari di lavoro e consegne. Poi i contratti a termine, con il sogno nel cassetto di mettere la firma per un’assunzione a tempo indeterminato. Una vita dura, spesso scoraggiante, che non può sconfinare da algoritmi imposti e che in Sardegna coinvolge, secondo i dati ufficiali, circa 500 corrieri per una mole di lavoro totale che si attesta tra i 120 e 150 pacchi da consegnare, giornalmente, cadauno. Un target da dover rispettare.
Ma secondo Amazon Italia, per agevolare le fatiche dei corrieri e accorciare le attese dei clienti, in campo ci sono una serie di misure.
«Collaboriamo con decine di fornitori di servizi di consegna, che forniscono opportunità lavorative a migliaia di persone che si occupano di consegnare gli ordini ai nostri clienti in Italia – spiegano da Amazon Italia –. Abbiamo definito standard elevati e un codice di condotta che i nostri fornitori di servizi di consegna devono rispettare per poter lavorare con noi. Il nostro codice di condotta è volto ad assicurare che gli autisti lavorino in un contesto sicuro e abbiano compensi e orari di lavoro adeguati. Lavoriamo a stretto contatto con i nostri fornitori per definire insieme obiettivi realistici, che non mettano pressione su di loro o sui dipendenti».
Secondo la superpotenza creata da Jeff Bezos le tutele contrattuali vengono garantite: «Non usiamo cooperative, non consentiamo il subappalto e tutti i corrieri sono assunti direttamente dai fornitori di servizi di consegna, al livello G1 del contratto collettivo nazionale “Trasporti e logistica” – specificano da Amazon –. Come tante attività con andamento dei volumi variabile, i nostri fornitori di servizi di consegna ricorrono a contratti di lavoro temporanei – affermano sulla questione dei contratti a termine – per supportarci quando registriamo incrementi del numero di ordini dei clienti».
Sui mezzi di consegna non ci sarebbero margini di insicurezza. Neanche legati alle troppe ore di lavoro: «Mettiamo a disposizione dei nostri fornitori di servizi di consegna una tecnologia che prende in considerazione molteplici aspetti – affermano da Amazon Italia –, tra cui la quantità di pacchi da consegnare, la complessità della rotta e delle distanze da percorrere, inclusi i tempi per le pause. Il tutto affinché i fornitori possano determinare il numero di consegne che un autista può effettuare in sicurezza durante il suo turno di lavoro».
E ancora: «L’utilizzo di tecnologie come queste costituisce uno standard per il settore: la maggior parte delle società di logistica utilizza tecnologie molto simili per essere in grado di informare i clienti in tempo reale sullo stato della consegna. Lavoriamo costantemente per contribuire a migliorare l’esperienza sia per gli autisti, sia per i clienti. Per Amazon, infatti, la sicurezza è al primo posto – concludono – e la sosteniamo con investimenti e progetti. Richiediamo ai nostri fornitori di servizi di consegna di impegnarsi a diffondere la cultura della sicurezza e sensibilizzare i corrieri sul rispetto delle procedure operative e del codice della strada».