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Turismo, l’isola lancia la sfida: alberghi diffusi e grandi eventi

di Stefano Ambu
Turismo, l’isola lancia la sfida: alberghi diffusi e grandi eventi

L’assessore Franco Cuccureddu: «Cambio di passo per colmare il gap con le altre regioni». Gli obiettivi: destagionalizzare, riempire le strutture ricettive, incidere di più sul Pil

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Cagliari La Sardegna isola del turismo deve ancora rincorrere l’Italia: da Alghero a Villasimius passando per Carloforte, Olbia, Arzachena eccetera l’ occupazione delle stanze nel ricettivo alberghiero ed extralberghiero è del 20% nell’isola. 36% nel resto d'Italia. E il Pil? Il contributo del comparto vacanze si ferma al 8%. A livello nazionale si viaggia invece a 12, cioè 4 tacche sopra. Per questo la Sardegna prova ad andare all’attacco. È chiaro che le stagioni da aggredire sono tre: autunno, inverno e primavera. Sono quelle che fanno abbassare la media. Si prova a risalire la china partendo da alberghi diffusi, fiere e grandi eventi, magari organizzati in maniera diversa.

Il nuovo piano è stato annunciato ieri dall’assessore regionale al turismo Franco Cuccureddu. «Cambiamo le strategie - ha spiegato in conferenza stampa- abbiamo avviato iniziative, bandi e procedure finalizzati a recuperare quel gap importante che abbiamo rispetto all'offerta turistica nazionale». Cuccureddu ha spiegato o ribadito che la Sardegna è al dodicesimo posto in Italia per contributo del turismo al Pil regionale. E ha inquadrato un altro problema: «L'altro forte disequilibrio è dovuto al fatto che noi abbiamo una sproporzione enorme tra il ricettivo extra alberghiere ed alberghiero. Abbiamo 1047 alberghi e 35mila strutture extralberghiere: non c’è nessuna situazione del genere nelle altre regioni».

E allora ecco tre mosse. «I provvedimenti assunti nella penultima giunta riguardano la promozione dell’albergo diffuso con uno specifico bando, il piano fiere mai così vasto, con 29 appuntamenti e il ritorno alla collaborazione anche con l’Enit. E infine il cartellone dei grandi eventi: tutte iniziative che sono finalizzate all'unica strategia, quelle di creare economia dal turismo e far sì che la Sardegna possa diventare davvero una regione turistica. Se noi riusciamo a far percepire che la Sardegna non chiude il primo di ottobre per riaprire il primo di maggio sarebbe già un grandissimo successo perché significa che l’isola non ha un solo monoprodotto turismo balneare ma puó essere attiva, viva, attraente in tutte le stagioni dell'anno».

Per gli alberghi diffusi l’intento è quello di far vivere al turista l’esperienza del piccolo centro, magari dell’interno. E magari lontano dall’estate: sono disponibili 7,5 milioni di euro di risorse regionali (alle quali si aggiungeranno ulteriori risorse statali del Funte) per sostenere il recupero e la riqualificazione degli immobili situati nei centri storici, destinandoli alla realizzazione di strutture ricettive, caratterizzate dalla dislocazione delle unità abitative all'interno del tessuto urbano e dalla centralizzazione dei servizi principali. Sono finanziabili al 25% gli interventi immobiliari (acquisto, costruzione, ristrutturazione) ed al 100% tutte le altre spese (ad esempio arredi, attrezzature, marketing). Un bonus sarà riconosciuto all'aggregazione delle strutture attualmente destinate all’extralberghiero. Poi il programma grandi eventi per il 2025.

«Molto corposo e molto differenziato. Stiamo parlando di 12 diversi cartelloni, 18 milioni e mezzo per ora disponibili. Con programmi specifici m per i grandissimi eventi, per i festival, per gli eventi identitari, per gli eventi tradizionali, per quelli folkloristici. Ma anche per le sagre dei piccoli comuni». Tenuto per ora fuori il piano dei grandissimi eventi sportivi. Il giorno dopo la Befana, a proposito di sport, si firmerà un accordo con il ministro Andrea Abodi. Ci sarà anche il presidente della Fitp (tennis e padel) Angelo Binaghi ed è previsto un incontro tra ministro e presidente Alessandra Todde anche su stadio.

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