Sanità malata nell’isola, emorragia di medici di famiglia e sempre più sardi rinunciano alle cure
Lo scenario a tinte fosche nel settimo rapporto della Fondazione. La Sardegna è in coda alla classifica delle regioni nei Livelli essenziali di assistenza
Sassari Prima per numero di medici ogni mille abitanti e per numero di famiglie che rinunciano alle cure, ma anche ultima nei punteggi dei Livelli essenziali di assistenza (Lea). E ancora, prima per numero di medici famiglia persi, con una tendenza che non accenna a rallentare neanche nelle previsioni per i prossimi anni. È un’isola sempre più nel baratro quella che emerge dal settimo rapporto Gimbe sul sistema sanitario nazionale.
I medici Dai dati contenuti nel documento annuale redatto dalla Fondazione viene fuori che nel 2022, a livello nazionale, i medici che lavorano nelle strutture sanitarie erano 124.296: 101.827 come dipendenti del servizio sanitario nazionale e 22.469 come dipendenti delle strutture equiparate al Ssn. La media nazionale è di 2,11 medici per 1.000 abitanti, con un range che varia da 1,80 della Campania a 2,64 della Sardegna.
Rinunce record Altro dato per niente incoraggiante riguarda il numero di famiglie che hanno rinunciato alle prestazioni sanitarie. La classifica delle regioni vede differenze significative. La “maglia nera” è, purtroppo, la Sardegna col 13,7%. Non che sia una novità per l’isola, che infatti deteneva il primato anche nel 2022 (12,3%) e ora lo ha consolidato. La questione preoccupante non è, quindi, soltanto il fatto che più di una famiglia di su dieci rinuncia alle cure, ma anche che questo trend non accenna a rallentare. La media italiana è del 7,6% e la seconda regione peggiore è il Lazio, staccata di oltre 3 punti dopo l’isola.
Lea 2010-2019 Per valutare il “Mantenimento nell’erogazione dei Lea” dal 2008 al 2019 è stata utilizzata la cosiddetta “griglia LEA” che, nell’ultima versione, conteneva 34 indicatori ripartiti tra attività di prevenzione collettiva e sanità pubblica, assistenza distrettuale e assistenza ospedaliera. Nel dicembre 2022 la Fondazione GIMBE ha pubblicato un report 112 che, previa analisi di 10 monitoraggi annuali del Ministero della Salute, ha calcolato l’adempimento cumulativo 2010-2019 ed elaborato una classifica di Regioni e Province autonome per quartili. Nel caso dell’isola, questo adempimento cumulativo è stato deludente: ultima regione d’Italia con una percentuale di adempimento al 56,3%.
Lea 2022 Il risultato del monitoraggio dei Lea nell’isola, secondo il nuovo sistema di garanzia, è un po’ meno impietoso rispetto a quello degli anni precedenti ma resta comunque da bollino rosso. Nel 2022, infatti, la Sardegna risulta infatti inadempiente. Le aree della prevenzione e quella distrettuale restano a livelli critici, mentre l’ospedaliera ha raggiunto la sufficienza (più di 60 punti). Il punteggio totale mantiene la Sardegna tra le ultime regioni. L’unica nota positiva è che non è più il fanalino di coda d’Italia, ma terz’ultima: con 166,11 punti precede la Valle d’Aosta (150,96) e la Calabria (135,25). In particolare, il settore più in crisi è l’area prevenzione (46,55 punti, penultimo posto in Italia). L’area distrettuale si attesta a 50,45 punti (terz’ultimo posto), mentre l’area ospedaliera mantiene in piedi “la baracca” con 69,11 punti al quint’ultimo posto. Gimbe ha anche analizzato le differenze tra gli adempimenti 2021 e quelli 2022 misurando i punteggi totali delle Regioni e le performance nazionali sui tre macro-livelli assistenziali. Nel 2022 quasi la metà delle Regioni registra performance inferiori al 2021, seppure con gap di entità notevolmente diversa: l’isola ha fatto un passo indietro di 3,57 punti.
Medici di famiglia I numeri che riguardano i medici di medicina generale sono completamente fuori controllo. E la mappa dell’assistenza sul territorio ovviamente ne risente, come molti sardi possono purtroppo toccare con mano. Il report Gimbe, a livello nazionale, documenta una progressiva diminuzione dei medici di famiglia in attività: nel 2022 erano 37.860, ovvero 4.149 in meno (-11%) rispetto al 2019 con notevoli variabilità regionali. Il dato choc della classifica regionale è ancora una volta della Sardegna, che tra il 2019 e il 2022 ha perso il 34,2% di camici bianchi di questa categoria. E, purtroppo, non è tutto. Sì, perché la tendenza delle regioni del Sud per i prossimi anni è di un’emorragia che andrà avanti.