La Nuova Sardegna

L’incidente

La mamma di Leonardo: «È pronto a lottare, grazie a chi lo ha salvato»

di Gianni Bazzoni
La mamma di Leonardo: «È pronto a lottare, grazie a chi lo ha salvato»

Maria Pina Camboni racconta il risveglio del figlio ferito nell’incidente sulla 131: «Quando ha incontrato lo psicologo sapeva già di avere perso una gamba»

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Sassari «Fin dal primo momento Leonardo ha capito la gravità della situazione: era cosciente quando i vigili del fuoco cercavano di liberarlo dalla morsa delle lamiere dell’auto finita contro il costone e gli parlavano per cercare di tenerlo sveglio. E durante le prime cure degli operatori del 118, mentre in ambulanza lo trasportavano in ospedale. Sapeva di avere perso una gamba quando ha incontrato lo psicologo».

Maria Pina Camboni, madre di Leonardo Manghina, il cuoco 34enne rimasto coinvolto in un grave incidente il 14 gennaio all’altezza dell’ex cementificio, parla anche a nome del marito Gian Franco e porta il peso di un dolore che toglie il fiato. I genitori sono stati sempre lì, accanto al loro figlio e quando Leonardo è uscito dal coma, ha aperto gli occhi, è stato estubato e ha potuto pronunciare le prime parole, hanno cercato di trasmettergli la loro forza e la voglia di lottare.

«La prima volta che abbiamo potuto scambiare qualche frase – racconta Maria Pina Camboni – Leonardo ha detto che aveva perso una gamba. Il giorno seguente, quando siamo arrivati in camera ci ha accolto così: è andata male, ho perso una gamba, quindi organizziamoci per comprarne un’altra. Voleva darci forza».

Fa l’insegnante nella scuola dell’infanzia “Brigata Sassari” Maria Pina, suo marito Gian Franco è un verniciatore, bravissimo nel suo mestiere. Entrambi sono pronti a sostenere la rinascita di quel figlio che dovrà affrontare un percorso difficile, segnato da tappe dolorose. Ma che vuole lottare e sa di poter vincere la sfida.

«Il primo pensiero di queste ore è quello di ringraziare tutti, indistintamente – prosegue Maria Pina Camboni –. Dal primo all’ultimo. Se Leonardo è vivo è merito loro: dei vigili del fuoco, degli operatori del 118, di tutto il personale del pronto soccorso, dei medici che lo hanno sottoposto a un lungo e delicato intervento chirurgico. Ecco, a loro devo dire solo un grande grazie. Ho chiamato al comando dei vigili del fuoco, a loro ho voluto dire grazie personalmente, sentivo di fare così. Ma tutti hanno contribuito, con la loro azione, ad aiutare Leonardo».

Sulle cause dell’incidente i genitori di Leonardo Manghina confermano che il ragazzo andava piano. «È uno prudente, non correva. Rientrava da Tempio dove stava lavorando. A un certo punto ha raccontato che ha fatto una manovra improvvisa per evitare un animale. No, non era un cinghiale». Un particolare confermato anche da un automobilista che era passato poco prima e sarebbe riuscito ugualmente a evitare l’animale (forse un cane, o una volpe ma non c’è certezza). Leonardo Manghina ha sterzato di colpo e la sua Mercedes classe A si è schiantata contro il costone roccioso. Un impatto violentissimo, con il cuoco che è rimasto intrappolato all’interno dell’abitacolo. E i vigili del fuoco hanno lavorato per quasi tre ore con le cesoie per cercare di liberare il 34enne. Ora dal letto dell’ospedale Leonardo affronta con coraggio il percorso che lo porterà nuovamente in sala operatoria. Al suo fianco i genitori e gli altri familiari.

«Vogliamo ringraziare la dirigente scolastica che mi ha permesso di stare accanto a mio figlio in questi giorni così difficili, e anche i titolari e i colleghi dell’officina dove lavora Gian Franco. Tutti si sono stretti attorno a noi, ci hanno messi nelle condizioni trascorrere tutto il tempo necessario vicino a Leonardo». Infine, l’ultimo pensiero: a coloro che hanno commentato sui social, che in qualche caso si sono accaniti senza sapere e conoscere niente. «Sono la parte più vergognosa dell’era digitale», conclude Maria Pina Camboni.

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