Emergenza idrica nella Nurra, tavolo di crisi in Regione: «invasi pieni al 14 per cento»
La presidente Todde assicura: «Stiamo facendo il massimo per soddisfare le domande idriche prioritarie»
Cagliari Si è tenuto oggi, lunedì 10 marzo, negli uffici della Presidenza della Regione a Cagliari, la riunione del tavolo di crisi sull’emergenza idrica nei territori della Sardegna nord-Occidentale. Al centro dell’incontro, presieduto da Alessandra Todde, la scarsità di risorsa idrica accumulata nel sistema dei laghi del Temo, Cuga e Bidighinzu, che oggi si attesta a circa 17.9 milioni di metri cubi, corrispondente a circa il 14% della capacità utile autorizzata, a cui si aggiungono gli interventi di manutenzione straordinaria programmati sugli acquedotti Coghinas I e II, del sistema idrico multisettoriale regionale.
«La Regione sta compiendo i massimi sforzi – spiega la presidente Todde – per garantire, anche con svariate opere provvisionali, il soddisfacimento delle domande idriche prioritarie, in primis quella potabile ed a seguire quella industriale, quella zootecnica e quella irrigua di alto valore ambientale ed economico».
Alla riunione hanno partecipato gli assessori regionali della Difesa dell’ambiente, Rosanna Laconi, dell’Agricoltura, Gian Franco Satta, e dei Lavori pubblici, Antonio Piu, i sindaci serviti dai potabilizzatori di Temo, Bidighinzu, Truncu Reale (Sassari) e da quello di Monte Agnese (Alghero), le Prefetture interessate, la Protezione civile regionale, il Consorzio di bonifica della Nurra, l’Agenzia regionale del distretto idrografico della Sardegna (Adis), l’Ente acque della Sardegna (Enas), l’Ente di Governo dell’ambito della Sardegna (Egas), il Gestore del servizio idrico integrato (Abbanoa), il Consorzio industriale provinciale di Sassari, la Città metropolitana di Sassari e le Province di Nuoro e Oristano.
Alla criticità in cui si trova il sistema della Nurra si aggiungono importanti e urgenti lavori sugli acquedotti Coghinas I e II, grazie ai fondi Pnrr in capo all’Enas, che dovranno essere ultimati improrogabilmente entro marzo 2026 e che durante il periodo aprile 2025-marzo 2026 potranno essere utilizzati solo in parte a causa di possibili disservizi.
«Per questo – così Todde – è utile sin d’ora avviare una ricognizione sulle risorse locali potenzialmente utilizzabili, quali pozzi e sorgenti, che potranno aggiungersi a quelle già disponibili nel lago Surigheddu e a quelle derivanti dal riutilizzo delle acque reflue affinate provenienti dagli impianti di San Marco ad Alghero e Funtana Veglina a Sassari». La presidente, infine, d’intesa con gli assessori Satta e Piu, ha sollecitato tutti i soggetti coinvolti nel tavolo di crisi a fornire in tempi brevi ogni possibile proposta finalizzata al reperimento di risorse alternative aggiuntive.