La Nuova Sardegna

La sanità che non funziona

Da Sassari a Cagliari per una risonanza. Quando? Tra un anno

di Ilenia Mura
Da Sassari a Cagliari per una risonanza. Quando? Tra un anno

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Sassari Da  Sassari a Cagliari per fare una risonanza magnetica. La prima data disponibile? Dal nord e sud dell’isola, andata e ritorno, la visita può essere effettuata  nel marzo 2026 macinando cinquecento chilometri.

A denunciare una situazione diventata ormai insostenibile, soprattutto per le pazienti oncologiche che devono sottoporsi a visite di controllo periodiche, è la sassarese 70enne Marinella Sacchetti: «Per motivi di salute devo fare la risonanza ogni due anni. La precedente risale al 2023, dunque l’ulteriore controllo, con e senza contrasto, dovrei farlo entro il prossimo dicembre. Il problema – sostiene la donna – è che sul sistema di prenotazione regionale Cupweb non ci sono date disponibili, se non a partire da metà 2026. La prima è fattibile in una struttura convenzionata di Cagliari, la seconda a luglio 2026 nell’ospedale Nostra Signora di Bonaria a San Gavino». Rivolgersi ad una struttura privata? «Non ci penso nemmeno, costa un botto di soldi e per una pensionata come me si tratta di  una spesa assolutamente  insostenibile». Le cifre, in base al tipo di risonanza, arrivano a superare i 500 euro.

Liste d’attesa, si va oltre i dodici mesi. Prenotare una risonanza magnetica in una struttura sanitaria pubblica o convenzionata? Per chi deve sottoporsi periodicamente ad una visita di controllo, parla di una missione praticamente impossibile. Le voci dei sardi, in questo senso, non si contano. E a confermare la disperazione dei pazienti che si trovano a dover affrontare un sorta di calvario è la sorella di Marinella Sacchetti,  insegnante in pensione: «A farne le spese – racconta Cinzia Sacchetti – sono in gran parte i pazienti oncologici, prima di tutto le donne che spesso rinunciano alle cure e a fare le mammografie di controllo. Qui è caos totale – protesta –  i servizi sono inesistenti e anche il sistema di prenotazione è un pasticcio: il Cup dovrebbe essere provinciale». Sacchetti ribadisce l’assenza di strutture convenzionate nel nord Sardegna, a differenza del sud: «Chi vive a Sassari, per fare alcune visite specialistiche, è obbligato a spostarsi su Cagliari. L’alternativa,  per chi può permetterselo, è rivolgersi ad una struttura sanitaria della penisola. Io ho potuto farlo, affrontando così le spese del viaggio che vanno oltre i 500 euro, se contiamo albergo, almeno cento euro al giorno, e un biglietto aereo che non costa meno di 150 euro. Ma tanti altri?». 

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