La famiglia Orrù: dalle cliniche alla passione per la politica
Maria Immacolata sotto indagine per violazione delle leggi elettorali
Sassari La famiglia di Maria Immacolata Orrù, indagata con l’accusa di promettere posti di lavoro in cambio di voti, ha sicuramente una “passionaccia” per la politica, oltre che per la gestione di case di riposo e residenze sanitarie per anziani. Ribadendo che nessuno risulta coinvolto nell’indagine in corso: consigliere comunale per due mandati a Sassari con Ups, Upc e poi Pds, e poi candidato in consiglio regionale nell’Udc il marito Giancarlo Serra. Consigliere comunale ad Alghero, prima nella lista Lubrano e poi nell’Ups, il figlio Giovanni. Consigliere comunale a Olbia eletto nella Lista civica che appoggiava Giovannelli (e poi dimessosi dopo un passaggio nel gruppo dell’Upc) l’altro figlio Andrea.
Il vero frontman della famiglia è però il fratello Marcello: forzista, sardista (di passaggio), sentinella in piedi, candidato nell’Uds, nell’Udeur e in FdI, fondatore del Movimento Cristiano Forza Popolare e comunque e sempre democristiano. Classe 1964 Marcello Orrù inizia la sua carriera politica nel 1995, candidandosi alle Comunali di Sassari con Forza Italia. Per lui 229 voti, che sarebbero valsi una poltrona in consiglio se il candidato del centrodestra Mariolino Manca non fosse stato battuto da Anna Sanna. Orrù non si perde d’animo, e si avvicina al tentativo di Flaminio Piccoli di far rinascere la Democrazia Cristiana. Nel 2000, con quella sigla si presenta come candidato sindaco a Sassari. Vince Nanni Campus ma Orrù porta a casa un dignitoso 2,4 per cento. Nel 2005 Orrù è di nuovo in pista, questa volta con l’Udeur, e sceglie la parte giusta appoggiando Gianfranco Ganau, ed entra a Palazzo Ducale con 735 preferenze, il più votato della lista. La sua permanenza in maggioranza è tempestosa, e finisce per rompere con sindaco e centrosinistra.
Nel 2010 è pronto a tornare in campo alle Comunali con la lista dell’Uds, che alla fine però non viene presentata. Nel 2014 Orrù diventa consigliere regionale col Psd’Az, a sostegno del vincente Cappellacci, con quasi 4mila voti. La rottura però è immediata. Oggetto del contendere il sostegno alle “Sentinelle in piedi”, sconfessato dal Psd’Az che considera le sue esternazioni «lesive dell’identità sardista».
«Ho sempre espresso la mia opinione come consigliere regionale indipendente», replica a muso duro Orrù per poi ricordare: «Da solo ho raccolto un terzo delle preferenze dell’intero partito». Stesso muso duro che tira fuori poco dopo quando si ritrova parte dell’inchiesta nei confronti della comunità alloggio Giovanni XXII di Sassari, la cui proprietà è di un’associazione presieduta dallo stesso consigliere regionale. Secondo la Procura di Sassari gli anziani sarebbero stati affidati a personale senza titoli professionali.
«Da tempo ormai il sottoscritto ha rinunciato a qualsiasi incarico – replica lui – contro di me un attacco politico». Sempre nel 2014 Orrù guadagna l’onore delle cronache nazionali con un biglietto di solidarietà mandato in carta intestata del consiglio regionale al sindaco di Padova Massimo Bitonci, che si era rifiutato di incontrare il console marocchino: «impari a rispettare i cristiani». Il sindaco posta il biglietto sui social e la cosa fa imbestialire l’allora presidente del consiglio regionale Gianfranco Ganau, con Orrù che liquida la vicenda: «L’ho voluto inviare all'amico sindaco di Padova per manifestargli vicinanza di idee e condivisione».
Nel 2016 fonda il Movimento Cristiano Forza Popolare, nominandosi segretario nazionale. Nel 2018 viene indagato insieme a sua sorella Maria Immacolata e il genero Giancarlo Serra per truffa in concorso per aver promesso posti di lavoro in una mai aperta filiale della banca Etica in cambio di voti. L’inchiesta viene archiviata. Dopo un non fortunato tentativo di tornare in consiglio regionale nelle fila di FdI (prende 1100 preferenze ma il partito non elegge nessun consigliere) Orrù rispolvera il suo antico sogno di rifondare la Dc, e nel 2023 ne diventa vicecommissario regionale. Alla fine alle elezioni regionali del 2024 si candida con l’Udc, è il secondo più votato con 746 preferenze ma, vista la sconfitta di Truzzu, non torna in Consiglio.