La Nuova Sardegna

I funerali del Pontefice

In duemila dalla Sardegna per l’addio a Francesco

di Paolo Ardovino
In duemila dalla Sardegna per l’addio a Francesco

Sono arrivati in nave e in aereo da tutte le diocesi dell’isola. Oggi sveglia alle 4 per essere in tempo alle esequie

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Inviato a Roma I gruppi di sardi che hanno scelto di partecipare all’ultimo saluto a papa Francesco, oggi, si sono svegliati alle 4 per poter arrivare dalle varie parti della città dove sono sistemati fino a Piazza San Pietro in tempo per le 10 di questa mattina. La macchina organizzativa è imponente, ieri verso l’ora di pranzo i cellulari di tutte le persone presenti entro i confini capitolini hanno suonato: era l’allarme con un messaggio della protezione civile che annunciava la chiusura della piazza dalle 17 in poi proprio per organizzare gli spazi in vista delle esequie. Diventa simbolico l’intreccio che unisce la morte del pontefice con la sua ultima volontà, e cioè dedicare questo anno al Giubileo e alle nuove generazioni.

Le nuove generazioni Con questo spirito si è aperto ieri il Giubileo degli adolescenti nella Basilica dei santi Pietro e Paolo. Attorno alla chiesa e nella scalinata che la precede, si sono riunite decine di migliaia di giovani, provenienti da 123 Paesi diversi. E tra questi c’erano le delegazioni delle diocesi sarde. Sono partiti circa duemila tra giovedì sera, in nave dal porto di Olbia, e ieri mattina, in aereo da Olbia e Alghero. «Siamo chiamati ad agire nella speranza, la scomparsa del papa ci mette anche di fronte a un nuovo rifiorire, e arricchisce di significato questi giorni», dice Salvatore Fois, coordinatore della pastorale giovanile dell’Arcidiocesi di Sassari, poco prima dell’imbarco verso Fiumicino.
La giornata Il kit del pellegrino contiene due magliette, un cappellino, un pass per i trasporti e per il cibo, una borraccia, una bandana e un bracciale rosario. Lo hanno ricevuto tutte le ragazze e tutti i ragazzi all’arrivo nelle parrocchie ospitanti.
Tra sacro e profano I piccoli pellegrini delle chiese di Sassari e hinterland sono stati accolti nella parrocchia Spirito Santo alla Ferratella, tra le ville eleganti e gli edifici razionalisti del quartiere Eur. Nel cortile si gioca a calcio e a biliardino, si ascoltano Geolier, Rose Villain e Cesare Cremonini, e si fa merenda con le colombe. Pasqua è giusto dietro l’angolo. Tutti e duecento, e cioè il gruppo con 160 pellegrini partiti da Sassari e una cinquantina da Thiesi, hanno riempito i pavimenti delle stanzone ecclesiastiche di sacchi a pelo Quechua. Come se fosse un’avventura di trekking tra i boschi o una gita fuori porta («È la prima volta che prendo l’aereo», sorride Aurora, 14 anni, sul volo Aeroitalia).
Quattro mori Ieri pomeriggio poi tutti in marcia tra le vie e i parchi della zona verso la basilica dei santi Pietro e Paolo, con le bandiere dei quattro mori tenute in alto per non perdersi. Anche se le bandiere, della Sardegna, di San Marino, di varie città dello stivale, e le bandane, e i cappelli e le t-shirt giubilari, si mischiano quando ci si ritrova in migliaia ai piedi della chiesa. Via ai tre giorni del Giubileo degli adolescenti con la Via lucis, con le sette stazioni lette da alcuni partecipanti, con i canti, e con l’introduzione affidata a monsignor Rino Fisichella, responsabile del Giubileo. Oggi qualcuno si è svegliato prima dell’alba per andare a San Pietro, gli altri proseguiranno con momenti spirituali, che culmineranno domani con la messa per tutti i pellegrini giubilari, circa ottantamila da ogni parte d’Italia.

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