Filippo Turetta aggredito in carcere, il padre di Giulia Cecchettin: «La violenza non è mai la risposta»
Il femminicida è rinchiuso nel penitenziario di Montorio dove sta scontando l’ergastolo
«Non penso che la violenza sia la risposta, non è il il messaggio che vogliamo dare noi». Lo ha detto Gino Cecchettin, papà di Giulia Cecchettin, uccisa a coltellate dall’ex fidanzato Filippo Turetta, aggredito in carcere da un altro detenuto, commentando l’episodio. «Non mi fa sentire felice che sia stato aggredito – ha affermato, parlando a Pordenone dove ha partecipato alla rassegna Pordenonelegge – perché significa che dobbiamo lavorare. Anche se in contesti come il carcere episodi di volenza possono succedere, sono atti da condannare».
«Dovremmo far capire alle persone che i sentimenti che portano a questo sono sbagliati e da condannare», ha aggiunto.
L'aggressione è avvenuta nella quarta sezione del carcere, dove Turetta era stato trasferito. L'aggressore, un 55enne che sta scontando una condanna definitiva per omicidio e tentato omicidio, avrebbe espresso disappunto per la presenza dell’assassino di Giulia Cecchettin tra i detenuti della sua sezione.